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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Monza, più di mezza città mangiata dal consumo di suolo

Nel rapporto presentato dal Centro Ricerca per il Consumo di Suolo alcuni paragoni che rendono l'idea: dal 1999 al 2009 il suolo urbanizzato è cresciuto dai un'area pari a quasi tre quarti della città

MONZA - Una superficie pari a circa metà della città di Milano: questa la porzione di suolo "mangiata" dall'urbanizzazione nel decennio 1999-2009.  Secondo i dati  del Rapporto 2012 del Centro Ricerca Consumo di Suolo fondato da Legambiente e Istituto Nazionale di Urbanistica (Inu) il suolo urbanizzato è cresciuto di 20.063 mq al giorno, pari a circa 1, 2 volte la superficie di piazza del Duomo. Il rapporto è stato presentato al Pirellone.

OGNI GIORNO - E a Monza? Non va meglio. Anzi. Nella provincia di Mb  la crescita dell'urbanizzazione è stata pari a 2.078 ettari, pari a 0,7 volte le dimensioni della città di Monza. Ogni giorno in Brianza si perdono 5.693 mq di suolo: 3, 2 volte, rileva il rapporto, le dimensioni della piazza del Duomo cittadino.  Il suolo agricolo consumato è stato di 2.187 ettari. 

I COMUNI - Le responsabilità?  Secondo Damiano di Simine, presidente di Legambiente Lombardia è in capo ai Comuni. Mancano dati aggiornati, ma è necessario "che ogni comune si doti di un proprio censimento sull'uso di suolo" continua Di Simine. "Del resto c'è una proposta di legge di iniziativa popolare  che giace nei cassetti del Consiglio Regionale, ma i comuni non adempiono nemmeno alle normative che sono già in vigore". Solo 178 comuni su oltre 1.500 in Lombardia hanno recepito l'indicazione contenuta nell'articol 43 bis della legge urbanistica regionale in vigore, che impone oneri maggiorati per la nuova edificazione se il suolo è sottratto ad aree agricole. Un'opportunità per rivedere regole e modelli potrebbe arrivare dalla "battuta d'arresto del mercato edilizio", che potrebbe essere sfruttata "per riorientare le strategie del settore delle costruzioni: una legge nazionale che fissi il principio chiave che il suolo non va consumato e che invece bisogna investire sulla qualità dello spazio già costruito è diventata una esigenza indifferibile", dichiara Federico Oliva presidente nazionale di Inu.

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