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Il fatto / Muggiò

Cucciolo sbranato da un molosso (senza museruola): attimi di paura nell'area cani

Il piccolo meticcio è stato operato d'urgenza ed è ancora ricoverato

E' ancora piuttosto provata M.B., massoterapista e proprietaria di un meticcio di appena cinque mesi che nella giornata di martedì, 9 maggio, è stato aggredito da un molosso nell'area cani della Taccona, a Muggiò.

Tutto è cominciato poco dopo mezzogiorno, quando la donna si trovava nell'area cani muggiorese con il suo cucciolo, di nome Alfredo, per farlo giocare un po'. "Ho visto che all'interno dell'area c'era già una signora con il suo cane, una femmina di Amstaff - ha raccontato la donna a MonzaToday - Vedendo che era senza guinzaglio e senza museruola mi sono quindi premurata di chiederle se fosse pericoloso o meno e lei mi tranquillizzato dicendomi che era un cane buono e tranquillo. Mi sono fidata, e ho lasciato anche io libero il mio cane". Una scelta, quella della padrona del cucciolo, dettata anche dal passato un pò sfortunato di Alfredo. Rimasto orfano, e vessato dagli altri fratellini il cucciolo fortemente traumatizzato dal punto di vista psicologico è stato infatti tratto in salvo grazie ad alcuni volontari di un rifugio per animali. Dove la signora lo ha adottato, quando aveva appena due mesi, e dove le è stato consigliato dai volontari di farlo socializzare il più possibile con gli esseri umani e con il maggior numero possibile di cani perché potesse crescere sereno e senza traumi. 

Sbranato improvvisamente

Ma è bastato pochissimo perché quel consiglio si rivelasse parecchio controproducente. Giusto il tempo che i due animali cominciassero a correre fianco a fianco sul prato. "Improvvisamente il molosso si è avventato sul mio cane e ha cominciato a morderlo - ha continuato la signora - E di lì, per almeno un quarto d'ora, non lo ha più mollato". Un'aggressione violentissima, che ha visto entrambe le proprietarie impegnate con tutte le loro forze per provare a sottrarre dalla morsa rabbiosa dell'Amstaff il cucciolo. E terminata soltanto quando, nello shock generale di tutti quelli che assistevano impotenti alla scena e che avevano paura di entrare nell'area delimitata per paura di essere morsi, un uomo ha trovato il coraggio di farsi avanti e di gettare una ciotola di acqua fredda sul molosso. Che mollata la presa ha così permesso al piccolo Alfredo di scappare. E di accasciarsi a terra appena fuori dall'area.

Seppure gravemente ferito e immerso in un bagno di sangue. "Cercare di salvarlo è stata ugualmente un'impresa giacché, in quelle condizioni, anche solo prenderlo in braccio avrebbe potuto significare fargli ancora più male - ha sottolineato la donna - Purtroppo nessun veterinario fra quelli che ho contattato si è infatti detto disposto a uscire dal proprio studio per intervenire. Ed è stato solo grazie alla clinica veterinaria di Monza se oggi è vivo. La struttura mi ha infatti messo in contatto con un'ambulanza per animali che si è occupata di portarlo da loro (due in realtà poichè la prima, non disponendo degli ausili necessari, se n'è dovuta andare via)". 

Intervenuti anche i carabinieri

Per il cucciolo è statto necessario intervenire chirurgicamente in tutta fretta. Un intervento costato ben 1500 euro e che la signora ha dovuto pagare anticipatamente per non rischiare di dover vedere morire il proprio cane. Fra le tante fertite riportate anche quella alla carotide, che è stata recisa e per la quale ancora oggi si trova ricoverato. A intervenire sul posto sono stati poi anche i carabinieri, i quali hanno subito notificato il mancato uso della museruola per il cane aggressore. Nella colluttazione la padrona di Alfredo ha riportato diverse botte che in questi giorni le hanno impedito di lavorare.

Una vicenda dai risvolti amari e che i tanti utenti dell'area, anche sui social hanno stigmatizzato fortemente. Sostenendo che nell'area cani di Taccona simili aggressioni si sono ripetute più volte e che ancora oggi sono tanti i giovani e meno giovani che sono soliti frequentare il sito accompagnati da cani di grossa taglia senza museruola né guinzaglio. 

"Alfredo è stato ridotto in fin di vita e ancora oggi è coperto di bende e sotto antibiotici - ha concluso la signora - E mi duole ammettere che spesso, chi sceglie di accompagnarsi a cani di grossa taglia, non ha la minima idea di come vadano gestiti. Così come mi è stato riferito ancora dai volontari del rifiugio, per i molossi infatti l'istinto ai prevalere sugli altri cani non viene mai meno". 

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