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Cronaca Seregno

Il primario brianzolo Confalonieri arrestato nell'inchiesta tangenti di Milano non potrà esercitare per un anno

La decisione del gip che ha disposto per un anno il divieto di esercitare per Norberto Confalonieri

Il chirurgo Norberto Confalonieri, di Seregno, all'epoca responsabile primario del reparto di ortopedia e traumatologia dell’ospedale Gaetano Pini di Milano, non potrà tornare a lavorare, nè in un ospedale nè in regime privato, per almeno un anno.

Questa la decisione del gip di Milano Teresa De Pascale che ha disposto il divieto di esercitare per un anno per il chirurgo finito al centro dell'inchiesta della Procura di Milano su un giro di presunte sponsorizzazioni di protesi in cambio di tangenti culminata con l'arresto lo scorso 23 marzo. Dopo i domiciliari lo scorso settembre il primario era tornato in libertà. A chiusura indagini a Confalonieri, insieme ad altre quattro persone indagate nell'ambito della stessa inchiesta, erano state contestate le accuse di corruzione e lesioni per tre pazienti da lui operati. 

Secondo quanto ricostruito dalla polizia tributaria, Confalonieri avrebbe ottenuto soldi e inviti a convegni e programmi tv in cambio di "sponsorizzazioni" - tentativi di indurre la direzione del Pini ad acquistare proprio quei prodotti - ad alcune aziende che producono protesi. A legare il primario e le società sarebbero stati i rapporti, strettamente personali, che Confalonieri avrebbe avuto con alcuni dipendenti di “Johnson & Johnson” e “B. Braun”, due multinazionali che producono e vendono protesi. 

Secondo l’accusa formulata dai pm Eugenio Fusco e Letizia Mannella, il medico - in cambio di viaggi, soldi e ospitate - avrebbe favorito le due multinazionali nella fornitura di protesi ortopediche proprio al suo ospedale. Ma non solo. Lo stesso Confalonieri, infatti, è accusato anche di lesioni. Nel mirino degli inquirenti milanesi sono finiti tre casi di lesioni che sarebbero state provocate a pazienti operati alla clinica privata San Camillo del capoluogo lombardo con la tecnica della protesi computerizzata. 

Confalonieri, stando alle indagini, avrebbe rotto un femore ad una donna di settantotto anni per “allenarsi” nella tecnica medico chirurgica chiamata “Bikini”. Il primario, sottolineava il gip Teresa De Pascale nell’ordinanza di custodia cautelare, “aveva provocato la rottura di un femore ad un’anziana paziente settantottenne, operata a suo dire per ‘allenarsi’ con la tecnica d’accesso anteriore ‘bikini’ proprio in vista di un intervento privato che avrebbe effettuato poco più di una settimana dopo”.

In un’intercettazione telefonica del 22 marzo 2016 Confalonieri parlerebbe di un femore rotto a una anziana per allenarsi in vista di un intervento privato: “Eh l’ho rotto… è come è andato… l’ho lasciato lì così perché… gli ho fatto la via d’accesso bikini… per allenarmi… per allenarmi su quella lì… quella lì che devo fare privatamente… oggi ho fatto una vecchietta per allenarmi no”. I pazienti del medico, però, erano disperati. A mostrarlo perfettamente sono le parole che un uomo, operato per una protesi al ginocchio, dice al medico al telefono: “Per evitare di aspettare nove mesi perché altrimenti l’infezione sarebbe andata avanti ho dovuto pagare di tasca mia - il suo sfogo -. Ripeto: sono senza lavoro, senza casa, con trentacinquemila euro di debiti, io mi suicidio”.

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