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Perché il nuovo polo produttivo di Monza non piace a tutti

Le critiche sollevate dal comitato di quartiere di Sant'Albino

Sorgerà a Monza in via Pompei e darà lavoro (direttamente e in indotto) a circa 200 persone. Sarà green e "regalerà" al rione alberi e una pista ciclopedonale. Ma non piace a tutti. Dubbi e perplessità da parte del comitato di quartiere di Sant'Albino all'indomani della presentazione del progetto di Elesa che nell'area industriale di Monza realizzerà il suo nuovo polo produttivo. L'azienda - leader mondiale nella produzione di componenti nell'industria meccanica e con filiali in molti Paesi - ha deciso di investire in città. L'intervento, fanno sapere dal comune di Monza, porterà 100 nuovi posti di lavoro e altrettanti, stimati, nella rete dell’indotto. "Il piano attuativo, conforme al Pgt presentato agli uffici del comune da parte dell’operatore privato -  si legge nella nota ufficiale del comune di Monza - assicura che gli interventi previsti sono ad impatto zero per l’ambiente. Anzi: l’attenzione alla qualità progettuale e alla sostenibilità dei materiali impiegati si affiancherà ad interventi di compensazione ambientale particolarmente accurati".

Perché il comitato dice no

Ma il progetto non convince il comitato di quartiere di Sant'Albino, da sempre molto attento e sensibile alle tematiche ambientali. "Non ci sta bene che Elesa compri un pezzo del parco per farci su la ciclabile, così non deve ridurre la sua area edificabile - si legge sul blog del gruppo -. Il parco è già tutelato di per sé. Noi insisteremo per avere una fascia a verde, piantumata, più ampia, invece della strisciolina prevista adesso dal progetto Elesa". 

"Non tutto è oro quel che luccica - commenta Paola Sacconi, storica componente del comitato di Sant'Albino sui social rispondendo all'assessore Marco Lamperti -.  In consulta, convocata su richiesta dell'assessore che giustamente vuole consultare i cittadini prima di decidere, abbiamo esposto tutte le nostre perplessità e le modifiche al piano attuativo minimamente necessarie perché l'impatto sul quartiere venga in parte attenuato e 'compensato'. Tali richieste verranno formalizzate con un documento. Ci auguriamo che l'ascolto non sia solo formale ma sostanziale. Ricordo che da oltre dieci anni il comitato di quartiere e poi la consulta chiedono, inascoltati, che tutte le aree non ancora edificate a nord del quartiere rimangano tali, con destinazione a parco, azzerando le previsioni edificatorie di svariati Piani attuativi a destinazione produttiva, commerciale, direzionale che hanno eroso decine di migliaia di mq di campi coltivati: ecomostro Apa (già semiabbandonato), Eurospin e ora Elesa. Dire che l'intervento è 'a impatto zero per l'ambiente' è veramente eccessivo, considerato che viene cementificata una superficie attualmente coltivata per 21.000 mq. Sarà a impatto zero quando verranno smantellate e restituite alla terra superfici edificate nella stessa quantità. Inoltre le 'compensazioni' saranno tali se saranno coerenti con le esigenze del quartiere: costruzione del parco Sant'Albino con l'acquisizione di nuove aree (non quelle già tutelate dal Pgt come agricole!), piantumazioni consistenti, un percorso ciclopedonale non a ridosso della recinzione Elesa ma con una consistente fascia a verde alberata. Ciò comporterà anche la disponibilità a sia pur lievi modifiche del progetto. Vedremo se questa amministrazione saprà veramente "cambiare ritmo", senza adagiarsi sulle proposte dell'operatore privato ma svolgendo il ruolo che le compete. La consulta è pronta a dare il proprio contributo".

"Perché proprio quell'area?'"

Il comitato abbraccia e condivide anche una lunga riflessione che Lorenzo Citterio, residente del quartiere, aveva avanzato nei giorni scorsi sui social dopo che l'amministrazione comunale aveva presentato il progetto alla consulta. "Il progetto andrà a  cancellare 20.000 mq di terreno agricolo che fino a poche settimane fa (ultimo taglio)  produceva grano tenero o grano duro  - si legge nella riflessione di Citterio, condivisa dal comitato di quartiere di Sant'Albino -.  In media in Italia si producono 10 tonnellate di grano (secondo i dati proposti pochi giorni fa a Roma nella conferenza delle eccellenze agroalimentari). Il nostro paese consuma 25 kg di pasta e 65 kg di pane pro capite annui. Un rapido calcolo ci porta a considerare che ipoteticamente il mancato sfruttamento di questo appezzamento agricolo toglierà dalla tavola degli italiani la pasta a 400 persone oppure pasta più pane a 117 persone all'anno. Questo è il prezzo da pagare per un 'insediamento su un suolo agricolo? Mi chiedo allora cosa spinge un 'azienda con un fatturato di 170 milioni di euro e che vanta tutta l'attenzione possibile alle fonti di energia rinnovabili ed un brand consolidato nel mondo a consumare 2 ettari di suolo agricolo quando vi sono vaste aree e capannoni dismessi a soli 100 metri dalla sede aziendale". 

Il progetto

Elesa ha previsto quasi 1 milione di euro (per l'esattezza 989 mila euro) per la compensazione ambientale: 270 mila saranno destinati alla piantumazione di alberi ed opere di compensazione nelle zone limitrofe, mentre la quota restante sarà parzialmente monetizzata, sempre con finalità ambientali, o impiegata per l’acquisizione di aree da cedere al comune. Il progetto prevede anche la realizzazione di una pista ciclopedonale (da realizzare in un corridoio verde da via Adda fino a via Walter Fontana verso il centro natatorio Pia Grande). Dal punto di vista della mobilità è prevista anche la congiunzione delle due vie ora a fondo cieco (via Fontana e via Pompei) con la realizzazione dei relativi sottoservizi. “È un intervento significativo - commentano il sindaco Paolo Pilotto e l’assessore al Governo del territorio Marco Lamperti - che ben si colloca in questo particolare periodo storico: pensiamo alle ricadute positive nel mercato dell’occupazione ma anche all’attenzione meticolosa all’inserimento paesaggistico ed ambientale. Riteniamo importante condividere i progetti urbanistici rilevanti con le consulte quale segno di partecipazione vera e di ascolto”.

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