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Sabato, 20 Aprile 2024
Omicidi

Uccide madre a coltellate: dovrebbe essere prosciolto per infermità mentale

L'omicidio era avvenuto lo scorso marzo a Cologno Monzese (Milano)

Comparirà davanti alla Corte d'assise, che dovrebbe proscioglierlo. Daniele G., il 29enne che lo scorso marzo uccise a coltellate la madre Maria Begoña Gancedo Ron a Cologno Monzese (Milano) è infatti totalmente infermo di mente. A certificarlo era stata la perizia disposta dalla Procura di Monza.

Il giudice per l'udienza preliminare di Monza nei giorni scorsi ha formalmente rinviato a giudizio il ragazzo, che sarà davanti alla Corte d'assise il 21 aprile. Per lui, difeso dall'avvocato di Milano, Giacinto Corace, dovrebbe essere emessa una misura alternativa al carcere compatibile con la sua pericolosità sociale: la perizia aveva accertato la sua incapacità di intendere e di volere al momento dei fatti. Il ragazzo si trova nel carcere di Monza da quando lo scorso 22 marzo era stato arrestato con l'accusa di omicidio volontario.

L'omicidio

Il delitto era avvenuto all'alba del 22 marzo nell'appartamento al terzo piano di un condominio di di via Bergamo 7, a Cologno Monzese, dove la vittima, che aveva 60 anni, viveva con i tre figli, il 29enne e altre due ragazze gemelle di 23 anni, entrambe con gravi problemi di salute.

L'allarme era scattato verso le 4.30, quando i vicini di casa avevano chiesto aiuto al 112 dopo aver sentito delle urla arrivare dall'abitazione della vittima, rimasta vedova una quindicina di anni prima, quando suo marito era morto per un infarto. 

I rilievi dei carabinieri della compagnia di Sesto e del nucleo investigativo del comando provinciale avevano poi accertato che a uccidere Maria Begoña Gancedo Ron, che lavorava nella biblioteca della cittadina, era stato proprio il figlio, colpendola con numerose coltellate al torace e al petto, al termine di una lite. Il giovane, impiegato incensurato, aveva già un'accertata disabilità psichica, ma non era mai stato violento. 

Pochi giorni prima della tragedia il 29enne aveva iniziato a manifestare comportamenti insoliti, allucinazioni e un umore sempre più cupo, tanto che la madre aveva provato a farlo sottoporre a un Tso in una struttura della zona, che però aveva rifiutato, sostenendo che il giovane non fosse pericoloso. Il giorno dopo è avvenuto il delitto. Daniele G. dopo l'omicidio aveva espresso dispiacere per le due sorelle rimaste sole. In questo momento - riferisce il suo avvocato - è affranto, disperato e continua a ripetere che non avrebbe "voluto farlo".

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