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Cronaca

Un orto solidale per donare un futuro ai ragazzi diversamente abili

A Monza c'è un orto speciale coltivato da giovani con lieve disabilità. Il pomeriggio apre le porte al pubblico: con una donazione libera si riempie il sacchetto della spesa con ortaggi a km zero e si sostiene il progetto del "Dopo di noi"

Se volete preparare un minestrone sano e buono (non solo per il palato) andate a fare la spesa all’orto condiviso di via Riva a Monza. Un grande orto speciale, coltivato da persone diversamente abili supportate da un team di volontari, genitori e persino nonni.

L’orto è aperto il pomeriggio e attraverso una donazione libera è possibile ritirare verdura di stagione. Adesso la terra sta donando cavolo nero in quantità, ma anche verze, broccoletti, porri, finocchi e patate. Tanti ortaggi a km zero che fanno bene alla salute, ma aiutano anche a realizzare un grande sogno: la costruzione di una residenza per accogliere persone con lieve disabilità che, alla morte dei genitori, rimarrebbero altrimenti sole.

 Il cosiddetto progetto del “Dopo di noi” a Monza è iniziato in anticipo con percorsi per garantire a questi ragazzi di oggi un futuro in autonomia anche domani. I progetti dell’orto e della residenza sono portati avanti dall’associazione Uroburo (in collaborazione con la cooperativa Lambro e con l’associazione di volontariato Quelli del venerdì) e prevedono la realizzazione di una residenza nell’ex asilo di Cederna.

“Il cantiere è partito proprio in questi giorni – spiega Marcello Silvestri, fondatore e consigliere di Uroburo, oltre che volontario nell’orto solidale -. Prevede la realizzazione di una residenza che accoglierà otto adulti autonomi e con lieve disabilità. L’edificio ospiterà anche un bilocale per i custodi che saranno presenti h24, e due monolocali che verranno destinati a studenti e/o volontari che garantiranno la loro presenza”.

Un progetto impegnativo che ad oggi, causa emergenza sanitaria, viene alimentato esclusivamente dai fondi raccolti dall’orto solidale.
Per coprire le spese, però, servono molti fondi: l’intervento di ristrutturazione costerà oltre 800 mila euro (250 mila messi a disposizione a fondo perduto dalla Fondazione Cariplo e 200 mila raccolti già dall’associazione).

Da qui la scelta di dividere i lavori in tre lotti.“Il primo, partito in questi giorni, comprende gli interventi più urgenti – prosegue Silvestri -. La sistemazione del tetto, del seminterrato e della facciata. Poi seguiranno i grandi lavori interni: realizzazione dell’ascensore, della piattaforma elevatrice per l’ingresso e della divisione interna degli spazi. Nel frattempo stiamo continuando a raccogliere fondi per realizzare i bagni, le porte e gli allacciamenti; mentre per i piccoli lavori di finitura speriamo di poterci affidare al volontariato”.

L’appello è quindi quello di sostenere l’associazione anche in questo difficile momento. Con l’annullamento degli eventi benefici e delle raccolte fondi in piazza l’unico strumento di sostentamento resta l’orto.  Se volete aiutare i ragazzi speciali a costruirsi il loro futuro in autonomia consultate il sito www.uroburo-onlus.org

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