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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Vimercate

Il proprietario ricoverato in Rianimazione: Bubu entra in reparto e gli sta accanto

Una storia carica di emozioni quella che arriva dall'ospedale di Vimercate

Sono sempre insieme. Una storia di simbiosi e di un'amicizia particolare quella che lega un 80enne brianzolo al suo amatissimo cane Bubu. Trascorrono intere giornate insieme e quel simpatico meticcio, non si sa come e non si sa perché, riesce a portare conforto e benessere a quell'anziano che ha ha seri problemi di salute.

Ma arriva il momento che i due devono separarsi. L'uomo, infatti, viene ricoverato all'ospedale di Vimercate e finisce in Rianimazione. La medicina fa miracoli ma la moglie si rende conto che serve qualcosa di più. Al marito in questo momento manca quell'amico fedele a quattro zampe che a casa non lo abbandona mai. Sempre al suo fianco, a tenergli compagnia. E allora chiede che, quell'amico particolare, possa entrare anche se solo per pochi minuti dal suo inseparabile compagno di vita. La Direzione medica dell'ospedale acconsente e il cane, precedentemente toelettato per l'occasione, quando è entrato nella stanza della Rianimazione ha compiuto il miracolo, e ha subito portato una ventata di gioia e di allegria. 

Bubu è subito saltato sul letto. E quasi per miracolo il suo proprietario lo ha sentito e con le mani ha stretto delicatamente la sua zampa. Grande commozione dei medici e degli infermieri che erano presenti in stanza. Una visita breve, in totale sicurezza sanitaria, ripetuta due volte. E che ha lasciato tutti a bocca aperta.

“Assicurare la continuità della relazione empatico-affettiva tra i degenti e i loro animali è importante - commenta Milena Caglio, direttore medico di presdio -. Generare dalla presenza degli animali un effetto motivazionale utile a superare le difficoltà del paziente: sono gli obiettivi che, in proposito, riconoscono gli specialisti". 

L’accesso degli animali da compagnia all'ospedale di Vimercate è regolamentato da un documento che prevede il loro accesso soltanto nelle aree destinate all’accoglienza, alla prenotazione e all’accettazione. “Però nel caso specifico era più che meritata una deroga, vista la relazione e l’affezione tra i due e la situazione del paziente”, aggiunge la dottoressa Caglio. 

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