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Cronaca Villa Reale

Parco di Monza, oasi per i bambini Sahrawi

Il Comune partecipa al progetto di solidarietà che accoglie in Italia gruppi di bambini del popolo Sahrawi che vivono nei campi profughi nel deserto dell'Algeria. Trascorreranno due settimane nei centri estivi del Parco.

MONZA – Parco aperto alla solidarietà a partire dal prossimo week end quando, a godere del fresco dell’oasi monzese, sarà un gruppo di bambini del popolo Sahrawi, provenienti dal deserto al confine tra Algeria e Marocco.

Il Comune di Monza nell’ambito dei progetti di Cooperazione Internazionale, avendo aderito al Coordinamento degli Enti e delle Associazioni lombarde di solidarietà al, ospiterà dall’11 al 23 agosto 9 bambini tra gli 8 e i 12 anni, e i loro accompagnatori, provenienti dai campi profughi allestiti nei pressi della città di Tindouf, in Algeria, una zona di confine dove dal 1975 la comunità Sahrawi è relegata a causa di un conflitto aperto con le autorità marocchine.

 Il gruppo alloggerà nella struttura dei Frati Minori di Via Montecassino e parteciperanno anche alle attività organizzate nel centro estivo comunale  allestito al Parco di Monza, nella Cascina San Fedele. Poi il 12 agosto i bambini saranno accolti in Comune dove il sindaco Roberto Scanagatti gli darà il benvenuto in città.

"I bambini avranno la  possibilità  di trascorrere le vacanze estive lontano dai campi profughi nei quali sono purtroppo ancora costretti a vivere insieme alle loro famiglie – commenta l'assessore alle Politiche sociali Cherubina Bertola. Quella del popolo Sahrawi è un'ingiustizia che prosegue da troppi anni e che è dovere delle autorità internazionali e degli stati coinvolti risolvere al più presto. Siamo davvero felici di poter offrire ai bambini qualche giorno di svago, relazioni ed esperienze importanti che speriamo possano rivelarsi utili per il loro futuro".

Il progetto di accoglienza complessivo prevede la permanenza in Italia dei bambini per un periodo di circa 2 mesi. I Comuni e le Associazioni aderenti al Coordinamento si fanno carico di organizzare la permanenza sui loro territori per periodi di 15 giorni. In Italia i bambini verranno anche sottoposti a un controllo medico, che permetterà  di valutare il loro stato di salute ed effettuare eventuali cure e vaccinazioni.

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