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Cronaca Villa Reale / Via Tommaso Grossi

Pedemontana, l'accusa dei sindaci: "Sono finiti i soldi"

Cinque sindaci brianzoli lanciano l'allarme: "Completato solo il primo tratto, tutto il traffico finirà sulla Milano Meda". Una strada che è già al collasso.

MONZA - Se la Seregno-Saronno, la "Pedemontana ferroviaria" è partita con il piede sbagliato, sembra che una maledizione attanagli anche la "versione" di asfalto: osteggiata, difesa, sempre e comunque controversa. 

La denuncia arriva dai sindaci dei comuni coinvolti nella realizzazione della tratta B2 dell'autostrada che garantirà i collegamenti lungo l'asse est-ovest."Sono finiti i soldi - lamentano all'unisono i sindaci di Lentate, Barlassina, Seveso, Meda e Cesano Maderno in riunione nella sede della Provincia di Monza e Brianza. "Il progetto esecutivo delle tratte brianzole ha un ritardo drammatico e inspiegabile: un fatto che rende impossibile concludere l'opera in tempo per l'Expo 2015"

IL TRAFFICO SULLA MILANO MEDA - Il rischio, fanno presente gli amministratori, è che si completi la tratta A8-A9 ( il tratto di raccordo tra le autostrade per Varese e Como) e che poi tutto il traffico, non potendo proseguire oltre sulla strada a pedaggio, si riversi sulla SP 35: la Milano-Meda, tristemente nota per  una viabilità già al collasso da decenni.

SOLDI SOTTRATTI ALLA BRIANZA - I tempi stringono. "E per ottenere questo scempio - proseguono i brianzoli -  sarebbe necessario destinare alla tratta già in esecuzione gran parte degli 1,2 miliardi di euro di contributo pubblico destinato all'intera opera". Sottraendoli, quindi, alla Brianza e alla provincia di Bergamo, e pregiudicando definitivamente la prosecuzione dei lavori.

LE RICHIESTE ALLA REGIONE - Un epilogo insostenibile per uno dei progetti più importanti per la Lombardia: una grande opera che sia Maroni che Ambrosoli considerano una priorità strategica, da portare a compimento senza se e senza ma. Per questo i sindaci chiedono alla Regione di farsi garante della prosecuzione e completamento dei lavori. Non solo: si chiede anche di non autorizzare l'uso del contributo pubblico per compensare le risorse non versate dai soci privati, e di imporre a Pedemontana Spa il versamento di 60 milioni di euro per realizzare le opere di compensazione previste.

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