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Venerdì, 29 Marzo 2024
Omicidi

La lite, la mamma che cade e poi ancora calci e pugni: il film dell'orrore della morte di Fabiola

Il figlio, 24 anni, ha chiamato i carabinieri subito dopo il delitto e ha ammesso l'omicidio. Soffriva di depressione

La lite scoppiata all'ora di pranzo che si è trasformata in pochi istanti in tragedia quando un ragazzo di 24 anni ha iniziato a colpire la madre - Fabiola Colnaghi, 57 anni -  fino a ucciderla. Di botte. E proprio a partire dal racconto del ragazzo gli inquirenti hanno ricostruito, attimo per attimo, come sequenze di un film dell'orrore, il delitto.

La discussione giovedì mattina è iniziata tra le stanze di casa, in quell'appartamento al primo piano di una palazzina di via Della Vittoria, ad Aicurzio. In quel paesino di poco più di duemila abitanti, nel cuore verde della Brianza, dove nessuno sembra aver sentito nulla se non le sirene delle pattuglie dei carabinieri che pochi istanti dopo mezzogiorno e mezzo hanno raggiunto la casa dove ormai la donna era a terra, nel corridoio, senza vita. A chiamarli era stato proprio il ragazzo che da quella casa non si è mosso fino all'arrivo dei militari ed è rimasto in linea con l'operatore della centrale accanto al corpo della madre che aveva appena ucciso.

La lite, la caduta e le botte

Davide Garzia, incensurato, è stato arrestato e dovrà rispondere dell'accusa di omicidio. Il giovane, secondo quanto riferito, soffriva di crisi depressive ed era in cura insieme alla madre con cui viveva in quell'appartamento dove abitava anche il compagno della donna che dopo la separazione dal marito era rimasta vedova e aveva altri due figli.

Giovedì pomeriggio il 24enne, durante l'interrogatorio, tenuto dal sostituto procuratore di turno della Procura della Repubblica di Monza Marco Santini, ha ammesso le sue responsabilità e ha ricostruito l’evento. In raptus di violenza improvvisa, esploso durante una lite in casa che sarebbe inziata durante un momento di sconforto, avrebbe colpito la madre. Prima un pugno e poi altre botte e calci. La donna avrebbe così perso l'equilibrio, finendo contro un armadio e sbattendo la testa. E anche quando la madre era ormai a terra, probabilmente già esanime, il 24enne avrebbe continuato a colpirla con calci e pugni in faccia. Quando si è fermato era ormai troppo tardi. E ha presa il telefono e ha composto il 112, dicendo ai carabinieri quanto era appena successo. 

Gli investigatori ora stanno cercando di far luce sui rapporti familiari, ascoltando vicini e parenti per capire che cosa abbia potuto scatenare quel raptus di violenza omicida. 

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