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A Monza un presidio contro la guerra

Non solo: verranno anche raccolte firme per chiedere la liberazione del giornalista Julian Assange

Stop alle armi e l’invito a un cessate il fuoco e all’avvio di trattative di pace. Lo chiede il Comitato Monza contro la guerra che per venerdì 19 maggio organizza un presidio in centro. Appuntamento dalle 17.30 (fino alle 19.30) in piazza Roma dove i promotori manifesteranno per chiedere un intervento diplomatico che porti al cessate il fuoco. Inoltre durante l’evento verranno anche raccolte le firme per chiedere la liberazione di Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, il giornalista che da 4 anni è incarcerato nel Regno Unito, salito alla ribalta delle cronache per spionaggio.

Il Comitato Monza contro la guerra  è nato ufficialmente il 14 marzo e riunisce Cub Monza e Brianza, Usb Monza e Brianza, Sinistra anticapitalista, Democrazia atea lombarda, Partito di Rifondazione comunista Monza e Brianza, Partito comunista italiano, Associazione marxista Controvento, Osservatorio antimafie.

Il 23 febbraio erano scesi in piazza per manifestare contro l’invio delle armi in Ucraina, ma anche per ribadire un intervento diplomatico che fermasse il conflitto. Non solo quello in Europa. “La politica italiana di governo e di opposizione - si legge nella nota ufficiale divulgata dai promotori - ancora una volta straccia l’articolo 11 della Costituzione in cui si afferma che ‘L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali’… e in maniera irresponsabile partecipa all’escalation militare come soggetto belligerante contro la Russia. Inoltre, obbedendo alle indicazioni della Nato e dei vertici dell’Unione Europea, ha deciso di attuare sanzioni che stanno colpendo duramente lavoratrici, lavoratori pensionati e i ceti più deboli e più fragili della popolazione italiana”.

Guerre che non solo in Ucraina stanno mettendo in ginocchio la popolazione civile e accanto ai morti ci sono migliaia di sfollati. “Tredici milioni di ucraini non hanno accesso all’acqua - aggiungono gli organizzatori del presidio monzese - sono senza luce e senza riscaldamento . Sono migliaia gli sfollati interni”. Il comitato che ha promosso la manifestazione in piazza a Monza ribadisce la necessità di cessare immediatamente il fuoco e di intraprendere trattative di pace.  Ma non solo. I soldi investiti nell’invio di armi al governo di Kiev per il Comitato contro la guerra dovrebbero essere utilizzati diversamente: “Per gli aumenti di salari e di pensioni – spiegano –. Per ritornare a un mercato di lavoro liberato dal precariato e dalle moderne forme di schiavitù; per la sanità pubblica, l’istruzione per tutti e il diritto al lavoro e a una casa”. Ma non solo si chiede anche “lo stop dell’invio delle armi all’Ucraina, la revoca delle sanzioni alla Russia, un’Italia fuori dalla Nato, il rispetto delle sovranità nazionali e stop alla guerra”.  

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