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Cronaca

"Un Pride al Parco di Monza e un museo sulla storia Lgbt in Villa Reale": la proposta

L'idea del docente monzese Giorgio Castoldi: "Ben vengano tutte le iniziative culturali e sociali che attirano persone. Per la rinascita della Villa la politica deve mettersi da parte"

"Un Pride al Parco di Monza, o uno degli spazi della Villa Reale come museo della storia e della cultura Lgbt: perché no? Ben vengano tutte quelle attività culturali e sociali che attirano persone in città. Il pagamento dell'ingresso a certi eventi sarà poi a discrezionalità degli organizzatori".  A lanciare l’idea (tutt’altro che in toni provocatori) è Giorgio Castoldi, docente universitario di Economia Aziendale che a MonzaToday aveva già illustrato il suo piano per rilanciare la Reggia del Piermarini.  Un’analisi, quella di Castoldi, che si basa prettamente sul marketing e sulla comunicazione con il solo obiettivo di “vendere” il prodotto della Villa Reale e del suo Parco, e al tempo stesso promuovere il turismo in città.

In questo rilancio la politica ha un ruolo preciso. “Deve starsene fuori – precisa il docente-. La politica cittadina, provinciale, regionale e nazionale deve lasciare carta bianca agli amministratori e ai dirigenti, quindi rivedere la governance prendendo anche riferimento da altre realtà di successo come la Reggia di Venaria. Ci deve essere inoltre coordinamento tra enti locali, regione, privati e associazioni senza la voglia di prevalere uno sull’altro”.

Un’apertura totale che deve andare oltre pregiudizi o schieramenti politici: il solo obiettivo è organizzare un evento, allestire una mostra, o un museo per il quale il cliente-visitatore sia disposto a venire a Monza, e sia disposto a pagare un biglietto d’ingresso. “Le idee devono provenire sia dalla governance, sia dai privati e sia associazioni – ribadisce Giorgio Castoldi -. Che non devono essere discriminati per appartenenza, politica, o religiosa purché non siano eticamente scorretti o contro la Costituzione italiana e i valori fondanti dell’Unione europea. Con il gestore della Villa Reale che, a mio parere, dovrebbe avere un occhio di riguardo per le associazioni del territorio permettendo loro di organizzare eventi a prezzi calmierati”.

Da qui l’idea di aprire i cancelli del Parco e il portone della Villa anche ad eventi o ad associazioni che ad oggi difficilmente troverebbero spazio nell'edificio simbolo della città di Teodolinda. “Lo ribadisco – conclude - Se si volesse organizzare un Pride nel  Parco di Monza, o destinare anche un solo locale ad attività culturali e sociali  come un museo sulla storia e cultura Lgbt dovrebbero essere più che benvenuti. Stesso discorso per eventi o esposizioni in ricordo della Shoa o la storia dell’Italia liberale”.

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