La palazzina comunale scambiata per discarica (ma non è l'unico problema)
Succede a Monza nel complesso di via Sant'Anastasia
Una grande cascina ristrutturata. Al confine con Villasanta, proprio di fronte all'istituto Mapelli. Una cascina - di proprietà comunale - che oltre dieci anni fa era stata recuperata e ristrutturata anche con l'obiettivo di fornire abitazioni ad hoc alle persone con disabilità motoria. Una grande area a pian terreno con abitazioni riservate agli anziani e alle persone diversamente abili.
Ma oggi quella cascina - nota a tutti come Cascina San Bernardo - soffre di diversi problemi. Ubicata in via Sant'Anastasia, proprio a una decina di metri dal confine con Villasanta, viene utilizzata da molti come discarica. Soprattutto la sera, quando il passaggio è scarso, c'è chi aiutato dal buio si ferma e scarica davanti all'ingresso rifiuti edili ed ingombranti. Così che la mattina, quando i residenti escono, si ritrovano a dover fare lo slalom con immondizia non esposta da loro e che non viene comunque ritirata perché non conferme alla raccolta differenziata.
Rifiuti abbandonati davanti alla cascina
Un problema che è finito anche sui tavoli del consiglio comunale. A denunciarlo, con un'interrogazione, Simone Villa (Lega). L'ex assessore ha effettuato un sopralluogo nello stabile individuando, oltre al problema dell'abbandono dei rifiuti, anche altre criticità: problemi di umidità nelle abitazioni poste nell'ala nord dello stabile (che secondo Villa sarebbero peggiorati rispetto a un fa); nel cortile un vasto e profondo avvallamento in un'area che viene utilizzata anche come luogo di incontro e di gioco dai bambini e dai ragazzi. A ciò si uniscono anche una serie di problematiche sociali molto delicate, che già in passato avevano visto l'intervento delle forze dell'ordine
"Dal confronto con numerosi residenti - spiega il consigliere del Carroccio nella sua interrogazione - è emersa la necessità di una forma di presidio da parte dell’amministrazione comunale per garantire un miglior rispetto delle regole comuni e della raccolta differenziata dei rifiuti, il divieto allo svolgimento in loco di attività non compatibili con il complesso residenziale, e più in generale una presenza attiva di un interlocutore che possa agevolare gli inquilini, in gran parte anziani soli e con disabilità, nel disbrigo anche di semplici pratiche amministrative. A tal proposito si propone di individuare prioritariamente questo contesto residenziale come ambito dove sperimentare nuovi progetti di 'portierato sociale'”.