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Cronaca

Gli sfruttatori davano ordini dal carcere: oltre 100 ragazze costrette alla strada

Uno di loro su Facebook si definisce "Trafficante di carne viva"

Dall'indagine che ha portato alla luce un giro di sfruttamento della postituzione nella bergamasca emergono altri particolari.

Le ragazze sfruttate erano più di un centinaio e gli ordini per gestire l'attività arrivavano ai sottoposti dal carcere. Sono 47 le ordinanze cautelari emesse all'alba di mercoledì mattina dai carabinieri di Bergamo e riguardano diversi gruppi criminali italiani, romeni e albanesi.

Ognuno all'interno del giro aveva il suo ruolo preciso: dai proprietari della "piazza" dove le ragazze si vendevano fino agli aguzzini, senza farsi mancare il fotografo che aveva il compito di immortalare le giovani e di metterle in vetrina sul web.

I capi dell'intera organizzazione sono due albanesi, già da tempo in carcere che, anche da qui, attraverso dei telefoni cellulari in cella davano ordini.

Tra i particolari più raccapriccianti dell'intera faccenda c'è il compiacimento con cui gli uomini che sfruttavano le ragazze andavano fieri del loro operato: uno di questi infatti su Facebook amava definirsi "trafficante di carne viva".

La brutalità degli aguzzini non si è placata nemmeno di fronte a una ragazza rimasta incinta: la giovane infatti è stata obbligata a restare comunque con il pancione sul marcipiede fino a che non le si sono rotte le acque.

E, immediatamente dopo il parto, la ragazza è stata obbligata ad abbandonare il bambino e a riprendere il suo posto il giorno stesso. 

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