Un fendente alla gola e al volto con un taglierino in piazza per derubare 57enne monzese
L'episodio è avvenuto a Pescara, in piazza Sacro Cuore. L'indagine lampo degli agenti della Questura ha portato a un arresto e due denunce
Aggredito, ferito con un taglierino alla gola e al volto e derubato sul pianerottolo, poco prima di mettere piede in casa. Una rapina violenta, finita nel sangue, con un 57enne monzese come vittima. L'episodio è avvenuto nel pomeriggio di mercoledì 16 giugno a Pescara, in centro.
La vittima, che sta scontando una condanna per reati fallimentari e contro il patrimonio (riciclaggio e bancarotta fraudolenta) e si trovava a Pescara per beneficiare di un permesso premio per lavoro, ora è in ospedale con una prognosi di sessanta giorni. I rapinatori - due uomini poi individuati come presunti autori dalle forze dell'ordine che sarebbero fuggiti con la complicità di una donna - hanno portato via dal polso dell'uomo un Patek Philippe, orologio del valore di diverse migliaia di euro. Ma l'aggressione ha avuto fin da subito diversi punti oscuri su cui gli inquirenti hanno cercato di far luce.
La rapina fuori di casa
Un'indagine lampo ha permesso agli agenti della Squadra Mobile della Questura di Pescara di individuare i presunti autori della tentata rapina con accoltellamento in piazza Sacro Cuore. A essere arrestato è stato un 51enne originario di Matera e domiciliato a Montesilvano (già noto alle forze dell'ordine per una condanna per omicidio) che è stato colui che ha sferrato il fendente a gola e volto con un taglierino, denunciati in stato di libertà la sua compagna, una 50enne originaria di Napoli ma da tempo stabile nella nostra provincia, e un altro uomo, anch'egli già noto alle forze dell'ordine, che sarebbe il secondo autore materiale dell'aggressione.
"La vittima che ha parlato di rapina non ci ha convinto, e si è appurato che entrambi fossero già noti alle forze dell'ordine. Erano stati insieme in carcere per omicidio, si conoscevano" ha spiegato il questore Liguori in conferenza stampa.
La ricostruzione
Sono le ore 18:30 quando viene segnalato un uomo ferito in piazza, arrivano sia i soccorritori del 118 che gli agenti della polizia, vengono sentiti i passanti e la vittima, che sta scontando una pena a Pescara e sta beneficiando di un permesso premio per il lavoro. Il 57enne, mentre stava entrando in casa del figlio è stato avvicinato da 2 uomini con mascherina, occhiali da sole e cappuccio, precendentemente entrati nel palazzo approfittando dell'apertura del portone, che sul pianerottolo, mentre stava aprendo la porta di casa del figlio, gli hanno intimano di consegnargli l'orologio, un Patek Philippe da diverse migliaia di euro, ma al rifiuto viene colpito due volte con un taglierino, alla gola e al volto. I due aggressori allora fuggono anche con l'aiuto della donna. Viene individuato un 51enne come presunto colpevole e gli agenti vanno sotto casa sua e della compagna a Montesilvano ed entrambi vengono bloccati dai poliziotti. L'uomo si era cambiato i vestiti ma le scarpe, sporche di sangue, sono le stesse. I residenti collaborano e riconoscono l'aggressore, già condannato per omicidio. Ulteriore conferma proviene dai filmati delle telecamere di videosorveglianza. Ammette di aver partecipato al fatto e fa ritrovare gli abiti sporchi di sangue e il taglierino che aveva gettato in un cassonetto. Non fa il nome del complice e difende la compagna.
Ma la polizia riconosce il secondo aggressore, che risiede a Rancitelli ed era già noto per rapine con armi e altri reati grazie alle indagini sul telefonino in uso all’arrestato, che hanno evidenziato numerosi contatti intercorsi nella giornata di mercoledì, sia prima che subito dopo la rapina, con il presunto complice, già noto alle forze dell'ordine e residente a Pescara, e dalla fisionomia compatibile con quella dell’ignoto compartecipe alla tentata rapina. Si è proceduto pertanto a perquisizione del suo domicilio, rinvenendo e sequestrando un paio di scarpe da tennis ed un paio di jeans del tutto simili alle calzature e ai pantaloni indossati dal complice. Tutto da ricostruire il movente, l'aggressore parla di promesse non mantenute in carcere all'origine di questa violenta aggressione, i due sarebbero stati insieme nel carcere di San Donato. Mentre la vittima, ricoverato in ospedale con una prognosi di 60 giorni, ribadisce di essere stata aggredita allo scopo di rubare il prezioso orologio.