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Sciopero generale: trasporti, pubblica amministrazione e scuole si fermano

Lunedì 11 ottobre sarà una giornata di disagi. Ecco gli orari del blocco dei trasporti

Sarà un lunedì di fuoco. Sciopero generale domani, 11 ottobre, con gli immacabili disagi per i pendolari, gli studenti, e gli uteti della pubblica amministrazione.

Anche per i monzesi e i brianzoli si preannuncia un inizio settimana tutt'altro che semplice. Domani sciopero generale proclamato dai sindacati di base: il rischio è il blocco generale dei servizi. A fermarsi, come si legge sul portale dedicato del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, possono essere i lavoratori di tutti i settori pubblici e privati.

I disagi maggiori, come sempre, potrebbero verificarsi nel mondo dei trasporti: aerei, autostrade, treni, autobus, tram e metropolitane. Possibile caos, inevitabilmente, anche per gli uffici pubblici, con un occhio particolare rivolto alle scuole. 

Il potenziale blocco del settore ferroviario - Trenitalia, Italo e Trenord in Lombardia - può scattare invece dalle 21 del 10 ottobre fino alle 21 del giorno successivo, con le società che hanno già comunicato gli orari dei possibili stop. Autoguidovie annuncia che saranno garantite le corse in partenza dal capolinea dalle 5.30 alle 8.29 e dalle 15 alle 17.59.

Gli orari dello sciopero dei treni

I motivi dello sciopero

A proclamare lo sciopero, inizialmente previsto per il 4 ottobre e poi rinviato per le elezioni comunali, sono state le sigle Adl Cobas, Cib Unicobas, Clap, Confederazione Cobas, Cobas scuola, Cub, Fuori mercato, Sgb, Si Cobas, Sial Cobas, Slai Cobas, Usb e Usi Cit. 

L'obiettivo è schierarsi contro i "licenziamenti" e la "macelleria sociale", contro "lo sblocco dei licenziamenti, per la riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario al fine di contrastare l’attacco all’occupazione e ai salari" e "per il rilancio dei salari, con forti aumenti economici e con l'istituzione di un meccanismo di piena tutela dei salari dall’inflazione".

E ancora: i sindacati chiedono "garanzia del reddito attraverso un salario medio garantito a tutti i disoccupati" e "l'accesso gratuito e universale ai servizi sociali e un unico sistema di ammortizzazioni sociali che garantisca la effettiva continuità di reddito e salario". Si auspicano poi interventi di "contrasto alla precarietà e allo sfruttamento", come "l'abrogazione del Jobs Act, superamento degli appalti e del dumping contrattuale e forte contrasto all'utilizzo indiscriminato dei contratti precari". Altri obiettivi della protesta sono il "rilancio degli investimenti pubblici nella scuola, nella sanità e nei trasporti, contro la privatizzazione", "una vera democrazia sindacale" e "la tutela dell’ambiente, il blocco delle produzioni nocive e delle grandi opere speculative".

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