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La sentenza

Ruby Ter, processo a Berlusconi: tutti assolti

Lo ha deciso il tribunale di Milano nella mattinata di mercoledì 15 febbraio

È terminato con una assoluzione di tutti gli imputati "perché il fatto non sussiste" il processo Ruby Ter, procedimento in cui Silvio Berlusconi era imputato (con altre 28 persone) di corruzione in atti giudiziari. Lo ha stabilito il Tribunale di Milano con la sentenza pronunciata nella tarda mattinata di mercoledì 15 febbraio. Le motivazioni della sentenza verranno depositate tra 90 giorni. 

La 'saga' Ruby dall'inizio

Le reazioni 

Alla Camera dei deputati, all'annuncio dell'assoluzione, i deputati di Forza Italia si sono alzati ad applaudire mentre erano in corso le dichiarazioni di voto sul decreto legge Ong. "Finalmente il calvario finisce!", ha esclamato il deputato Paolo Emilio Russo. E anche Matteo Salvini, ministro delle infrastrutture, si è detto "felice per l'assoluzione di Silvio dopo anni d'insulti, sofferenze e inutili polemiche".

Karima El Marough (Ruby), presente in aula di Tribunale, ha dichiarato: "Ho fatto bene a credere nella giustizia. Per me è una liberazione dopo anni pesanti. Una cosa che mi ha travolta a 17 anni e che ho portato fino ai 30. Ho cercato di essere forte, però i momenti di cedimento sono stati tanti".

"Non c'è amarezza, è il nostro sistema giudiziario. Noi abbiamo lavorato con profonda convinzione e le prove dal nostro punto di vista conducevano assenza alcun dubbio a fatti di corruzione. Restiamo convinti delle false testimonianze e della corruzione", ha affermato il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano. "È un'assoluzione con la formula più ampia e piena possibile, non posso che essere enormemente soddisfatto: tre su tre!", ha esultato l'avvocato di Berlusconi, Federico Cecconi.

La storia del Ruby Ter

La sentenza di mercoledì chiude un processo, il Ruby Ter, durato sei anni. Secondo la procura, Silvio Berlusconi avrebbe pagato un totale di 10 milioni di euro a diverse ragazze ospiti di Arcore, in cambio del loro silenzio o di bugie durante i processi Ruby e Ruby Bis che avevano come oggetto proprio le serate nella villa del Cavaliere. I pagamenti si sarebbero protratti dalla fine del 2011 a tutto il 2015. La procura, con Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, aveva chiesto la condanna a sei anni di reclusione, mentre Berlusconi ha sempre replicato di essere stato soltanto generoso nei confronti di persone a cui la vita (professionale e personale) era stata rovinata a causa dell'inchiesta e della risonanza mediatica. Gli imputati erano in tutto 29.

Palazzo Chigi non è più parte civile

In extremis, il giorno prima della sentenza, il governo aveva revocato la propria costituzione di parte civile al processo, inizialmente avanzata da Palazzo Chigi a causa del discredito che la vicenda Ruby aveva causato alla presidenza del consiglio dei ministri, intesa come istituzione, perché all'epoca dei fatti Berlusconi era appunto presidente del consiglio. La motivazione ufficiale addotta da Palazzo Chigi affermava che, rispetto alla disposizione iniziale del 2017, nel frattempo sono intervenute "pronunce giudiziarie", tra cui l'assoluzione di Berlusconi dalle accuse di cui rispondeva nel processo Ruby (concussione e prostituzione minorile). È la prima volta che la presidenza del consiglio si ritira da un processo, salvo quando è stata risarcita 'in corso d'opera'.

Bonifici e case

Tra le prove che la procura riteneva di avere rintracciato per la corruzione in atti giudiziari, bonifici mensili fino a 2.500 euro, case e gioielli. Benefit, affermavano i pm in aula, in cambio del fatto che le ragazze "non hanno detto la verità" sulle serate ad Arcore, quando (secondo le parole dei pm) "il grande anziano" ospitava "odalische, schiave sessuali che a pagamento lo divertivano e allietavano le sue serate". Tutt'altra la visione degli avvocati di Berlusconi, Federico Cecconi e Franco Coppi, secondo cui non è stato trovato un "accordo corruttivo", e l'ex premier ha detto pubblicamente di "avere aiutato le imputate", mentre non vi è alcuna prova di una corruzione ma "elementi di carattere indiziario e inidonei a ritenere compiuto il reato".

Tutti i "regali" di Silvio alle olgettine

Nel mese di novembre del 2021, i giudici avevano sancito l'inutilità delle dichiarazioni rese in aula da 18 'olgettine' perché ascoltate a primavera del 2021, quando erano sospettate ma non formalmente indagate. Tra le co-imputate di Berlusconi, 20 delle ragazze che partecipavano alle feste di Arcore tra cui Karima El Marough (Ruby), per cui la procura aveva chiesto 5 anni, e l'ex compagno Luca Risso, che rischiava 6 anni e 6 mesi anche per riciclaggio di denaro. Tra gli altri imputati, il giornalista Carlo Rossella e l'ex senatrice di Forza Italia Maria Rosaria Rossi. 

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