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Evasione e indagini / Desio

Evasione fiscale e sequestro da un milione di euro: arrestati marito e moglie

La coppia è finita nel mirino delle indagini della guardia di finanza per due società attive nel settore della logistica e del trasporto merci con l'utilizzo di un'area agricola di 9mila metri quadrati abusivamente utilizzata per l'attività

Evasione fiscale e indebita compensazione di tributi. Queste le accuse che hanno portato all’arresto di due coniugi da parte della guardia di finanza di Monza in Brianza. Marito e moglie, legali rappresentanti di diritto e di fatto di di due imprese attive a Desio nel settore della logistica e del trasporto di merci su strada, sono finiti ai domiciliari in esecuzione, su delega della Procura della Repubblica brianzola, di una misura cautelare disposta dal gip. Nell’ambito dell’indagine che ha portato all’arresto all’alba di mercoledì 23 novembre è stato eseguito un provvedimento di sequestro preventivo di denaro e beni per oltre un milione di euro, ritenuto profitto dei presunti reati per cui i coniugi figurano indagati.

Le indagini 

Le indagini, sviluppate dai finanzieri della compagnia di Seregno sono iniziate nel mese di settembre 2020 dopo l’ispezione fiscale che aveva coinvolto nell’ambito di alcuni controlli proprio le due società. Dagli accertamenti delle Fiamme Gialle sono emerse fin da subito diverse irregolarità edilizie, urbanistiche ed ambientali che riguardavano un’area agricola di circa 9.000 metri quadrati, abusivamente destinata all’esercizio di impresa. In sintesi il terreno veniva utilizzato come parcheggio degli autocarri in uso, con installazione di prefabbricati, di officine per la manutenzione e distributori di carburante.

Lo scorso aprile 2021 i due erano già stati denunciati e l’intera area (utilizzata per il trattamento non autorizzato di rifiuti) e come deposito per oltre 16.000 litri di gasolio era stata sequestrata. “Una parte del terreno sequestrato, del valore di oltre 90.000 euro, risultava peraltro precedentemente acquistato da una immobiliare riconducibile ad un soggetto collegato alla criminalità organizzata e condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso” specificano dal comando provinciale della guardia di finanza. Ma l’attività di una delle due società, nonostante il provvedimento, non si era fermata. E l’impresa aveva traslocato su una nuova area, anche questa in passato appartenuta a un “ulteriore soggetto contiguo con similari ambienti criminali di più elevato livello”.

L'evasione e il sequestro

Le indagini della finanza hanno permesso di accertare “una sistematica ed ingente evasione fiscale” che sarebbe stata portata avanti dal 2015 al 2020 dall’amministratore di diritto - la donna - oltreché dal marito, reale “dominus” delle due imprese. “L’indagine ha infatti consentito di ricostruire profitti illeciti per oltre un milione di euro, di cui circa 700 mila euro di I.V.A. evasa in conseguenza delle dichiarazioni fiscali omesse ovvero infedeli presentate, oltre mancati versamenti di somme dovute – relative a ritenute, contributi INPS e INAIL, IMU – per circa 300 mila euro, compensati indebitamente con crediti inesistenti” concludono dal comando provinciale della guardia di finanza.

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