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Cronaca

Il mago delle truffe dell'hawala e il maxi sequestro da oltre un milione tra case e beni

Parte del patrimonio era dislocato anche in provincia di Monza e Brianza

Valigette piene di soldi scambiate nelle hall di alberghi di lusso con ignari clienti che consegnavano nelle mani di un 34enne, mago delle truffe, borse piene di valuta da scambiare con altrettante somme che però erano sempre banconote false. E ora per l'uomo, residente a Pieve Fissiraga, specializzato in truffe realizzate attraverso il sistema di intermediazione creditizia denominato “hawala” (in lingua araba “trasferimento”), è stato disposto un sequestro di beni. Un patrimonio di immobili, vetture e gioielli del valore di oltre un milione di euro, con proprietà anche a Monza e Brianza.

Il sequestro

I Finanzieri del Comando Provinciale di Varese, su delega della Procura della Repubblica di Lodi, hanno dato esecuzione ad un ordine di confisca della Sezione Misure di prevenzione presso il Tribunale di Milano con il quale, tra l’altro, è stata disposta la confisca di 11 unità immobiliari, autovetture e preziosi per un valore complessivo di 1,2 milioni di euro illecitamente accumulato.

Il sistema fraudolento messo in atto prevedeva che gli ignari clienti consegnassero somme di denaro in valuta locale in vari Stati, tra cui Emirati Arabi, Hong Kong e Russia, e i truffatori, in lussuose hall di albergo, restituissero valigette piene di soldi falsi prima che potesse essere scoperto il raggiro. La figura degli intermediari (con il sistema informale "hawala") consentiva di eludere qualunque tipo di tracciabilità del denaro. Prima l’arresto, avvenuto al termine delle indagini penali nel mese di settembre 2017 poi altri due anni di indagine nell’ambito di una collegata misura di prevenzione, per ricostruire i beni illecitamente accumulati. Recentemente è intervenuta la confisca su quei beni a seguito della sentenza definitiva pronunciata dalla Sezione Autonoma Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano. In applicazione del c.d. Codice Antimafia, infatti, le Fiamme Gialle hanno effettuato approfondite indagini patrimoniali non solo nei confronti degli indagati, ma anche dei loro prestanome i quali possedevano beni in evidente sproporzione rispetto ai redditi dichiarati da tutto il loro nucleo familiare. Individuati i prestanome, è stato possibile avviare il procedimento di prevenzione che ha portato all’attuale confisca.

Proprietà anche a Monza

Il patrimonio, dislocato tra i comuni di Monza (MB), Corno Giovine (LO), Pieve Fissiraga (PV) e Champorcher (AO), è così passato nella disponibilità dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc), la quale li destinerà alle comunità e ai territori attraverso il loro impiego per scopi sociali o istituzionali. 

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