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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Calci e pugni fuori da un centro commerciale per un debito di droga

Arrestata una coppia di spacciatori a Limbiate: un giro d'affari da migliaia di euro

Botte, calci, pugni e addirittura un coltello puntato alla gola fuori da un centro commerciale a Monza per un debito di droga. Nel pomeriggio dello scorso 15 ottobre un ragazzo monzese è stato aggredito da una coppia di spacciatori, un uomo e una donna, che lo hanno immobilizzato e rapinato.

I due, dopo aver "regolato i conti" e aver messo le mani sul marsupio del giovane con all'interno il portafogli e cento euro, si sono allontanati indisturbati. Quella che inizialmente sembrava essere stata una rapina consumata in strada da parte di due malviventi improvvisati, in realtà, presto ha assunto contorni differenti.

Dopo che la vittima ha sporto denuncia alla Polizia di Stato sono scattate le indagini degli agenti del commissariato di viale Romagna. Grazie all'analisi dei tabulati telefonici, alle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza e alle testimonianze raccolte, i poliziotti sono riusciti a risalire ai responsabili e arrestarli.

GUARDA IL VIDEO | Rapina a calci e pugni in strada

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Ad aggredire e rapinare il macapitato è stata una coppia di spacciatori: un uomo, marocchino, di 35 anni e la sua compagna, italiana, del '74. I due, residenti in una villetta di Limbiate al confine con Pinzano, gestivano un giro di spaccio di cocaina da diverse migliaia di euro che contava decine e decine di clienti nella città di Monza. L'indagine, condotta dalla polizia di Stato e coordinata dal sostituto procuratore Rosario Ferracane, ha portato il gip Gallucci a emettere l'ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei due spacciatori. La coppia dovrà ora rispondere dei reati di spaccio e rapina.

Nell'abitazione dei due, i poliziotti hanno rinvenuto un bilancino di precisione e, quando gli agenti si sono presentati nella villetta per effettuare una perquisizione, il 35enne stava scontando una condanna ai domiciliari. In passato il pusher era già finito nei guai proprio per lo stesso reato. Incensurata invece la donna che si occupava prevalentemente di mantenere i rapporti con i clienti. 

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