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Cronaca

Un altro detenuto si toglie la vita in carcere

E' il decimo in Italia, il secondo solo a Monza dall'inizio dell'anno. Benemia (Uilpa): "Si scarica sugli operatori il male del sistema"

Un altro detenuto si è tolto la vita in carcere. E' il secondo episodio in meno di due mesi, dall'inizio dell'anno, avvenuto a Monza. Il decimo suicidio a livello nazionale nelle carceri d'Italia. A rendere noto l'episodio e a lanciare l'allarme è stato il sindacato Uilpa Polizia Penitenziaria. 

“Questa notte è accaduto nel carcere di Monza. Un detenuto di origine tunisina, trentatré anni, avrebbe finito di scontare la pena nel dicembre del 2024, ha deciso di farla finita inalando il gas del fornelletto che deteneva in cella. È il decimo suicidio di un detenuto, uno ogni quattro giorni, dall’inizio dell’anno. Il secondo a Monza. A questo vanno aggiunti due appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria che si sono tolti la vita, per un carcere che è indubbiamente portatore di morte. Tutto questo nell’indifferenza sostanziale della politica, del Ministero della Giustizia e del Governo, i quali si trincerano dietro mere dichiarazioni di facciata, ma poi mancano negli atti concreti. La Ministra Cartabia aveva annunciato che a gennaio il sistema penitenziario sarebbe stato la sua priorità: gennaio 2022 è passato ed è stato, per le carceri, peggiore del già pessimo gennaio 2021; forse non abbiamo ben capito cosa volesse dire la Ministra” ha detto Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, commentando il triste episodio.

"Non si può scaricare sugli operatori il male del sistema" ha aggiunto Domenico Benemia, segretario lombardo Uilpa. "La politica continua a disinteressarsi di quello che accade nelle carceri dove ogni giorno tra aggressioni e suicidi c'è allarme sociale". 

Solo ieri un altro giovanissimo recluso aveva deciso di porre fine alla sua vita all’Ucciardone di Palermo. “Mentre dal ministero s’istituiscono commissioni dalla denominazione altisonante – prosegue De Fazio –, i cui lavori spesso si perdono nei cassetti ministeriali e di cui sarebbe interessante conoscere anche i costi, nelle prigioni sono ancora in uso i fornelletti da campo, quasi a confermare che si tratti di veri e propri campi di battaglia da condurre, soprattutto, contro le storture del sistema e l’inefficienza di una macchina amministrativa trascurata, se non del tutto abbandonata, dalla politica”. “Noi – conclude il Segretario della UILPA PP – continuiamo a dire che bisogna smetterla con le chiacchiere e le passerelle e dare segno di sé con provvedimenti concreti ed emergenziali che si pongano l’obiettivo di rifondare il modello d’esecuzione penale, reingegnerizzare le carceri e riorganizzare, potenziandolo, il Corpo di polizia penitenziaria”.

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