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Cronaca Lentate sul Seveso

Lentate, è il giorno dei funerali di Simone, 28enne trovato senza vita in un capannone

La procura di Busto Arsizio ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato di istigazione al suicidio per il decesso del 28enne trovato senza vita all'interno di un capannone nel Varesotto domenica 3 gennaio. Ma al momento - precisano in un comunicato ufficiale - "non ci sono elementi che facciano ipotizzare il coinvolgimento di terzi"

Lentate sul Seveso darà l'ultimo saluto a Simone Mattarelli, il ragazzo di 28 anni trovato senza vita nella giornata di domenica 3 gennaio a Origgio, all'interno di un capannone industriale. I funerali del giovane - che viveva in città con la madre e il fratello di qualche anno più piccolo - sono in programma nel pomeriggio di giovedì 14 gennaio alle 14 nella parrocchia di Sant'Anna a Birago.

Sulla morte di Simone - ritrovato impiccato con la sua cintura legata al collo e fissata a un macchinario di un'azienda per la lavorazione del vetro la giornata successiva a una lunga nottata in cui il 28enne sarebbe fuggito da un posto di blocco dei carabinieri e avrebbe fatto perdere le proprie tracce al termine di un inseguimento - ora la procura di Busto Arsizio ha aperto un fascicolo. L'ipotesi di reato contro ignoti è istigazione al suicidio e in una nota ufficiale diffusa dagli uffici fanno sapere che sono stati disposti tutti gli accertamenti del caso "anche di carattere autoptico e in generale tecnico e "allo stato, non vi sono elementi che consentano di ipotizzare il coinvolgimento di terzi nel decesso del ragazzo rinvenuto cadavere". Sul corpo del giovane è stata eseguita l'autopsia e l'esame autoptico potrà fornire risposte precise su quanto avvenuto.

Sono ancora molti gli elementi da chiarire sulla vicenda e sulle ultime ore di vita del ragazzo e la famiglia chiede che vengano effettuati approondimenti perchè il 28enne, con un contratto a tempo indeterminato appena firmato e diversi progetti per il futuro, per loro non aveva mai manifestato l'intenzione di propositi suicidi.

Il cadavere in azienda e la fuga dal posto di blocco

Nella giornata di domenica 3 gennaio il cadavere di Simone M., 28 anni, di Lentate sul Seveso viene ritrovato all'interno di un capannone industriale di Origgio privo di vita, impiccato con la sua cintura a un gancio di un macchinario dell'azienda. A far circoscrivere le ricerche proprio in quell'area è stata la posizione registrata su Whatsapp e condivisa dal giovane con il padre qualche ora prima. E proprio su quanto accaduto quella notte ora le indagini dovranno fare chiarezza perchè i dubbi per cui la famiglia chiede risposte sono tanti.

Nella notte tra il 2 e il 3 gennaio il ragazzo sarebbe rimasto coinvolto in un inseguimento dopo aver saltato un posto di blocco dei carabinieri iniziato in Brianza, al confine tra il Comasco e i comuni della provincia di Monza e Brianza, Poi la fuga a bordo della Bmw della madre, l'ultima telefonata fatta al padre proprio durante quei concitati attimi mentre il ragazzo proseguiva la sua corsa. E infine la morte.

In una nota divulgata nella giornata di mercoledì 13 gennaio la Procura di Busto Arsizio ha precisato che il fascicolo aperto con l'ipotesi di reato di istigazione al suicidio è a carico di ignoti  e che nell'ambito dell'indagine sono stati disposti tutti gli accertamenti del caso "anche di carattere autoptico e in generale tecnico". "Allo stato, non vi sono elementi che consentano di ipotizzare il coinvolgimento di terzi nel decesso del ragazzo rinvenuto cadavere" precisano dagli uffici.

Giunto a ridosso di un'area boschiva nel Varesotto, a Origgio, il giovane avrebbe abbandonato l'auto e sarebbe fuggito a piedi, facendo perdere le proprie tracce ai militari. Durante la fuga però il ragazzo avrebbe chiamato il padre, spiegandogli che aveva intenzione di raggiungerlo. Almeno tre le telefonate effettuate, durate alcuni minuti, l'ultima - ormai a notte inoltrata - anche un po' di più, quasi un quarto d'ora in cui l'uomo avrebbe cercato di invitare il giovane a fermarsi. "Se mi fermo mi ammazzano" avrebbe detto il figlio che poche ore dopo sarebbe stato trovato impiaccato nell'azienda. E in quella telefonata l'uomo ha riferito di aver sentito anche degli spari. Per tre volte il 28enne avrebbe inviato su Whatsapp al padre la posizione che l'uomo avrebbe fornito anche ai militari che successivamente - uscito di casa per andare a cercare il figlio - ha incrociato sul cammino.

L'uomo poi si è recato a Desio in caserma e appena arrivato ha trovato la Bmw del figlio coinvolta nell'inseguimento ma nessuna traccia del giovane. Poi il giorno successivo le ricerche nell'area hanno portato al rinvenimento del cadavere. "La famiglia vuole sapere che cosa è successo" riferisce l'avvocato Roberta Minotti, legale incaricato. 

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