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Cronaca

Vendono la paternità del figlio per un falso permesso di soggiorno: coppia nei guai

Nell'ambito degli sviluppi dell'indagine Velarium i poliziotti del commissariato di Monza hanno scoperto il raggiro di una coppia per favorire il reingresso di un albanese già espulso dal territorio

Alterazione di stato e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Questi i reati di cui dovranno rispondere una coppia di cittadini italiani di Vimercate accusati di aver venduto la paternità del figlio a un quarantacinquenne albanese, espulso dall'Italia, ai fini dell'ottenimento del permesso di soggiorno per il reingresso sul territorio nazionale.

A portare alla luce l'episodio di cui si sarebbero resi protagonisti una ragazza italiana di ventisei anni, D.M., e il suo convivente quarantatrenne, anche lui italiano, sono stati gli agenti della Squadra Investigativa del commissariato di Monza nell'ambito degli sviluppi dell'indagine "Velarium", l'inchiesta terminata nello scorso maggio 2017 che aveva sgominato un'organizzazione criminale dedita allo spaccio di droga e portato all'esecuzione di ventisette ordinanze di custodia cautelare.

Operazione "Velarium", spaccio di droga e armi

Nell'ambito delle attività investigative connesse agli accertamenti sullo spaccio di droga tra Monza e alcuni comuni brianzoli, i poliziotti avevavo avuto modo di attenzionare la coppia di italiani che, sempre alla ricerca di facili guadagni, in passato si era intestata fittiziamente dietro compenso alcuni veicoli per conto di R.G., un quarantacinquenne albanese.

L'uomo, già espulso dall'Italia e impossibilitato a ottenere un permesso di soggiorno per via ordinaria, con la complicità dei due italiani ha escogitato uno stratagemma per riuscire a ritornare sul territorio nazionale, attribuendosi fittiziamente la paternità del bambino nato nel 2013 dalla relazione tra i due italiani. Grazie alla connivenza dei genitori naturali del bambino, l'albanese ha riconosciuto come figlio naturale il neonato e pochi giorni dopo ha ottenuto il permesso di soggiorno in qualità di padre di cittadino italiano. La coppia avrebbe così "venduto" la paternità del bambino all'uomo in cambio di denaro.

Nei giorni scorsi ai tre è stata notificata l’informazione di garanzia: sono accusati dei reati di alterazione di stato e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il Tribunale per i minorenni di Milano ha già adottato i dovuti provvedimenti cautelari nei confronti del minore mentre l’ufficio Immigrazione di Monza ha avviato le pratiche per la revoca al cittadino albanese del titolo di soggiorno.

L'indagine "Velarium", iniziata in seguito a un tentato omicidio avvenuto fuori da un bar monzese, aveva permesso di sgominare un'organizzazione composta da un gruppo di cittadini albanesi che, con il supporto di alcuni italiani, romeni e un algerino, gestiva un fiorente giro di spaccio di sostanze stupefacenti tra Monza, Brugherio e Lissone arrivando a coinvolgere anche Bergamo, Brescia e Asti. Il Tribunale di Monza ha condannato tutti gli imputati ad oltre 100 anni di carcere in totale per i reati tra cui anche tentato omicidio, traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, rapina e detenzione di armi. Nell'aprile del 2017 nell’ambito di un'operazione operazione antidroga condotta dalla Guardia di Finanza di Gorgonzola era stato arrestato anche il fratello di R.G.

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