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Cronaca

Villa Reale, il futuro dei dipendenti è a rischio: chiesto l'intervento delle istituzioni

In cassa integrazione da marzo, i lavoratori e le lavoratrici dipendenti in forza alla Villa Reale rischiano il licenziamento nel mezzo della pandemia

Una cassa integrazione a zero ore che dura ormai da marzo, e la totale incertezza sul futuro: i lavoratori e le lavoratrici dipendenti di Cultura Domani stanno vivendo mesi di intensa difficoltà. E, oggi, i sindacati chiedono alle istituzioni di intervenire.

La Filcams Cgil di Monza e Brianza ha indirizzato nella mattina di venerdì 8 gennaio una lunga lettera al direttore e al presidente del Consorzio Villa Reale, ma anche a tutti i rappresentanti degli enti pubblici coinvolti: ai consiglieri comunali di Monza, ai referenti politici di Regione Lombardia, al sindaco del comune di Milano e al Ministero dei Beni Culturali.

"La continuità occupazionale è elemento imprescindibile per mantenere il diritto alle dodici settimane di ammortizzatori sociali previsti dalla legge di stabilità usufruibili dal 1° gennaio al 31 marzo 2021. Oggi è il 7 gennaio e non abbiamo elementi concreti per pensare alla definizione di questo percorso perché ci sembra che manchi la volontà delle azioni e che ciascuno dei soggetti non abbia come primo obiettivo la salvaguardia dei lavoratori” ha commentato Matteo Moretti, segretario generale della categoria territoriale della Cgil che, sin dall’inizio, sta seguendo la difficile situazione della Villa Reale.

“In assenza di un impegno straordinario, i nove dipendenti rischiano di finire in mezzo a una strada”, denuncia il sindacato. Come ribadito anche da Angela Mondellini, segretaria della Cgil di Monza e Brianza, la faccenda si fa ogni giorno più grave. Con la Villa Reale chiusa, la città di Monza si priva della sua istituzione culturale simbolo. E i lavoratori rischiano di finire licenziati nel bel mezzo di una pandemia senza precedenti.

“Credo che le responsabilità debbano emergere al più presto e soprattutto bisogna pensare a salvare i posti di lavoro. Le istituzioni devono intervenire immediatamente. Il silenzio registrato sino ad ora è un grave torto non solo alle lavoratrici e ai lavoratori coinvolti, ma anche a tutti noi”, ha concluso Mondellini.

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