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Cronaca Vimercate / Via Velasca

Vimercate, raccolta di firme per la piccola Emma: fu rapita un anno fa

Il 18 dicembre 2011 il padre siriano l'ha riportata a Damasco e da allora della bambina non si sa più niente. E' intervenuta anche la Farnesina

VIMERCATE – Un anno senza Emma. Era la fine del 2011 quando l’ex marito rapì la piccola: due anni e nove mesi appena. Il 18 dicembre il padre della bambina, il siriano Mohamad Kharat, è tornato in Medio Oriente con la figlioletta. L’uomo prima ha tentato di chiedere un riscatto di 300mila euro, minacciando che, se l’ex moglie non avesse pagato, avrebbe rivisto Emma «in una bara bianca». Poi lo straniero si è trincerato dietro un lungo silenzio, sempre più carico di angosciosi interrogativi.

Un aiuto insperato è venuto da Velasca, una delle 12 frazioni di Vimercate dove Alice ha la casa. La popolazione ha lanciato una petizione per chiedere al Governo Monti di impegnarsi per riportare a casa la piccola Emma. La raccolta di firme è anche on line. Su Facebook (gruppo «Ridiamo la piccola Emma alla sua mamma») è possibile trovare la petizione da compilare e spedire.

TUTTO INUTILE - Un gesto nobile, anche se probabilmente inutile. La Farnesina – infatti – ha già da tempo fatto tutto il possibile per far tornare Emma in Italia. Ma la Siria non aderisce alla Convenzione dell’Aja. E a Damasco non c’è alcuna traccia ufficiale del rientro di Mohamed Kharat. E’ stato ottenuto l’affidamento esclusivo di Emma alla madre, la revoca della patria potestà e spiccato un mandato d’arresto internazionale per Kharat. Ma nessuno di questi provvedimenti e’ stato notificato, perché la guerra civile in Siria ha provocato l’interruzione dei rapporti con le nostre autorità consolari.

«Da un anno non sento più la voce di mia figlia – ha raccontato Alice Rossini in lacrime -. Non so dove sia e come sta. Non so nemmeno se è ancora viva e ho il cuore invaso dall’angoscia. Mi preparo a vivere un secondo Natale da incubo. Mi sento lasciata sola in questa mia battaglia di civiltà».

LA VICENDA - Quasi tre anni fa Alice e Mohamed si erano sposati con rito civile ad Arcore. Nasce Emma, ma il rapporto va a pezzi a causa della violenza dell’uomo che pretende di imporre la fede musulmana alla famiglia: moglie compresa. Una decisione che il siriano è pronto a imporre anche con la violenza.

Un anno fa Kharat si dice disposto ad accettare una separazione consensuale. Accetta di vedere Emma nei weekend, come concordato con un legale. Ma il 18 dicembre di un anno fa saluta l’ex moglie con questa frase: «Ti riporto Emma stasera». Una notte lunga un anno che è ancora lunga da passare.

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