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Economia

Codacons: vergogna, le banche si tengono i soldi invece di prestarli

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MonzaToday

Secondo i dati resi noti oggi dall'Istat, i mutui nei primi nove mesi del 2012 sono letteralmente precipitati. Le concessioni di ipoteche immobiliari a garanzia di mutui, finanziamenti ed altre obbligazioni verso banche e soggetti diversi dalle banche registrano una perdita annua del 39,5%.

Per il Codacons è una vergogna! Le banche hanno smesso di fare il loro mestiere, che è quello di far circolare la moneta e hanno deciso di tenersi i soldi invece di prestarli.  A calare, infatti, non sono tanto le richieste di mutui da parte delle famiglie o delle imprese, ma l'erogazione da parte degli istituti di credito che, nel valutare il grado di affidabilità del potenziale cliente, hanno deciso di porre condizioni troppo restrittive per premunirsi dal rischio di insolvenze, specie considerando che le banche italiane in passato erano state, per fortuna, sufficientemente prudenti e che, quindi, il giro di vite nel valutare il rating non era necessario.

Quando i soldi li danno lo fanno talmente a caro prezzo che le famiglie forse farebbero meglio a non prenderli nemmeno, visto che, con gli spread attualmente applicati, superiori al 3%, rischiano in futuro, con il rialzo dei tassi, di avere stangate al limite dell'usura, salvo portabilità.

Se prima della crisi bastava che il mutuo fosse pari all'80% al valore dell'immobile, oggi le banche erogano con il 60%. Se prima della crisi bastava che il rapporto rata reddito famigliare non superasse il 30 %, oggi ti chiedono un reddito di quattro volte la rata. Condizioni capestro!

Per questo il Codacons invita il Governo ad intervenire per abbassare lo spread che le famiglie e le imprese italiane pagano rispetto a quelle tedesche ogni volta che devono accedere ad un finanziamento.

L'associazione, ad esempio, chiede di rivedere la normativa sui tassi usurai, modificata da Tremonti a vantaggio delle banche.

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