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Raffica di disdette per il cenone: chiusi alcuni ristoranti

"Abbiamo segnalazioni di diverse attività che preferiscono chiudere e mettere in ferie i collaboratori", scrive Fipe Lombardia

Un'ondata di disdette per il cenone e personale in quarantena. La variante omicron mette in crisi anche i ristoranti di Milano e Lombardia. 

“Lo scenario è molto preoccupante - dice Carlo Massoletti, vice presidente vicario di Confcommercio Lombardia, sull’effetto del nuovo inasprimento dell’emergenza sanitaria sul comparto del turismo in regione - da tutta la Lombardia i segnali che registriamo, sono di un forte calo dell’attività alberghiera e disdette nei ristoranti, seppur con qualche lieve differenza tra diversi territori. Ma il comune denominatore è uno: la fortissima preoccupazione per quello che succederà dopo l’Epifania, con una situazione di totale incertezza che mette a rischio ogni possibilità di programmazione. Siamo di fronte ad una ricaduta in un livello di crisi che speravamo di esserci lasciati alle spalle”. La richiesta delle associazioni di settore è quella di interventi di sostegno e della proroga di cassa integrazione e moratorie fiscali e bancarie.

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“Dai riscontri sulle attività di ristorazione - osserva Lino Stoppani, presidente di Fipe Lombardia - possiamo dire che per il cenone di Capodanno anche in Lombardia le disdette si aggirano di media sul 30%; il quadro è diversificato, ma abbiamo segnalazioni di diverse attività che preferiscono chiudere e mettere in ferie i collaboratori; in altri casi l’operatività viene fermata dalle quarantene degli stessi imprenditori o dei loro dipendenti”.

“La paura da parte dei clienti naturalmente non è più soltanto quella del contagio, ma anche quella di rimanere incastrati nel meccanismo della quarantena - è il punto di vista di Fabio Primerano, coordinatore degli albergatori lombardi di Confcommercio -. Sul fronte alberghiero, le disdette superano il 60% e l’occupazione nelle strutture è ai minimi soprattutto nelle città, dove pesa il nuovo forte calo, di fatto quasi uno stop, dei movimenti turistici internazionali. E anche dove si è riusciti a limitare i danni, spesso si è dovuto ricorrere ad un forte abbassamento dei prezzi. Rispetto a qualche settimana fa la situazione è resa particolarmente grave dal fatto che ad oggi stanno venendo a mancare anche i viaggiatori europei, tedeschi, svizzeri, austriaci in primis”.

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