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Economia

Il tavolo di Putin, simbolo di un legame mai reciso: la Brianza non ferma l'export verso la Russia

La foto del mobile prodotto da Oak di Cantù ha fatto il giro del mondo: le sanzioni Ue non colpiscono il mobile di design

a quando è scoppiata la guerra in Ucraina sono via via aumentate da parte dell'Italia e dell'Europa le sanzioni per colpire economicamente la Russia. Alcune attività di export però continuano e tra queste c'è il mobile di design. La storia che lega i mobili brianzoli alla Russia è consolidata da decenni e il distretto del mobile della Brianza monzese e comasca, come riporta anche La Repubblica.it, resta in testa all'export e ancora oggi accontenta un numero di clienti russi, i cui nomi sono segretissimi, per lavorare artigianalmente mobili con materiali e stili molto lussuosi.

Un esempio simbolico di questo mercato è il tavolone di Putin la cui foto ha fatto il giro del mondo e che è stato prodotto, come pezzo unico, dalla Oak di Cantù. Le richieste di questo genere di mobili continuano ad arrivare in Brianza e non c'è alcun divieto ne alcuna sanzione a vietare questo commercio perchè, come detto prima, non sono considerati bene di lusso.

La Camera di Commercio sul sito ufficiale ha un elenco aggiornato di beni e persone fisiche che sono sottoposti a sanzioni quindi l'impresa che esporta deve attestare con una dichiarazione che i destinatari non facciano parte di queste liste. Dalla Brianza, dall'inizio della guerra a oggi, sono 180 le dichiarazioni fornite da imprese di mobile di design e arredi. Ha spiegato Andrea Turri di Asslombarda che il mercato russo e ucraino per la Brianza equivale circa al 20% del fatturato e che molti dei clienti sono nella lista nera di chi è colpito da sanzioni. Ciò nonostante questo mercato non si è fermato e i rapporti con la Russia sono portati avanti tanto che è stato aperto a Mosca il primo Albed (originario di Nova Milanese) monomarca che è specializzato in porte di design. Ha spiegato il titolare Andrea Delmonte a Repubblica: "A febbraio stavo per aprire a Mosca con un partner locale. Pensavo che si sarebbe bloccato tutto e invece ho ricevuto il saldo del pagamento della merce e il progetto sta continuando. In Ucraina invece il mio agente è anche un caro amico: allo scoppio della guerra il primo pensiero è stato quello di mettere in salvo la sua famiglia e ho ospitato moglie e figli a casa mia". 

Anche Alessandro Maroni, titolare di Maroni Extreme Woodwoorking di Cabiate continua il suo business con la Russia mantenendo i contatti commerciali ma, spiega, il vero problema è reperire le materie prime: ll 9% del legname lavorato in Brianza arriva dalla Russia.

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