rotate-mobile
Economia e lavoro

Monza è la seconda provincia lombarda dove si investe di più

"Il 75% delle imprese prevede di chiudere l’anno in corso con un aumento del fatturato rispetto al 2021". Dopo un 2022 positivo e di ritorno sopra ai livelli antecedenti la pandemia, le previsioni per il 2023 però sono in peggioramento. Monza seconda città per investimenti nel settore Ricerca e Sviluppo

Monza è la seconda città lombarda dopo Milano per investimento delle imprese in ricerca e sviluppo, più di Bergamo e Brescia insieme. Il dato è emerso nel corso dell’edizione 2022 di TOP500+, il progetto di ricerca e di analisi economico-finanziaria delle 800 maggiori imprese per fatturato, realizzato dal Centro Studi di Assolombarda e promosso in collaborazione con PwC Italia e con il sostegno di Banco BPM.

“Il tessuto economico e produttivo della provincia di Monza e della Brianza si conferma reattivo e competitivo, tanto che il 75% delle imprese prevede di chiudere l’anno in corso con un aumento del fatturato rispetto al 2021”. Anche nell’attuale difficile congiuntura economica, il territorio continua ad affermare, sia a livello regionale che nazionale, la sua vocazione di manifattura innovativa. Le 800 maggiori imprese che rientrano nella classifica Top hanno ricavi riferiti al 2021 che vanno da un minimo di 10,2 milioni a un massimo di 4,7 miliardi di euro, totalizzando un fatturato complessivo che raggiunge i 60,3 miliardi. La classifica è ricca di record: ben il 92% delle imprese sono in utile nel 2021, il ROE mediano è eccezionale e pari al 12,4%. Più della metà del fatturato delle 800 imprese si concentra tra Monza, Vimercate, Agrate Brianza, Cesano Maderno e Lissone.

"Il territorio di Monza e Brianza costituisce uno dei distretti manifatturieri più importanti d’Europa: un'area che insieme a Milano, Lodi e Pavia costituisce il traino dell'economia italiana - ha dichiarato Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda -. Qui operano moltissime eccellenze i cui punti di forza sono innovazione e "saper fare". Queste realtà vanno sostenute dalle istituzioni attraverso la creazione delle migliori condizioni per aumentare competitività e attrattività. In questa direzione, oltre a concentrare gli sforzi nel breve termine per contrastare il caro energia, occorre sviluppare una vera politica che punti all'indipendenza energetica del Paese grazie all'uso, senza pregiudizi, del mix di fonti ritenute pulite dall'Unione Europea. Inoltre, è fondamentale intervenire sulle infrastrutture, realizzando una rete di trasporto pubblico capillare e strutturata, per ridurre il traffico e rendere più connesso il territorio: mi riferisco, ad esempio, al prolungamento della M5 fino a Monza e della M2 verso Vimercate".

Dove sono le aziende più innovative

La concentrazione maggiore è a Monza Est dove sono attive 50 aziende innovative (con Agrate e Vimercate in particolare), segue Monza Ovest con 35 realtà; la città di Monza conta 17 aziende con attività brevettuale e altrettante sono a Monza Nord. È certamente il manifatturiero, il comparto con il numero più alto di imprese innovative: tra le 105 realtà industriali con almeno un brevetto, quasi la metà sono attive nei comparti dei macchinari (22), dei prodotti in metallo (15) e del legno-arredo (12), settori che rappresentano importanti vocazioni produttive della provincia monzese. Osservando gli ambiti tecnologici di innovazione delle imprese monzesi, nelle prime 15 classi tecnologiche ben 7 sono legate all’ingegneria elettronica e al digitale (semiconduttori, computer technology, macchinari elettrici, apparecchi ed energia, processi base di comunicazione, tecnologie audio-visive, telecomunicazioni e comunicazioni digitali), 3 alla chimica (tecnologie micro-strutturali e nano-tecnologie, farmaceutica e ingegneria chimica), 3 agli strumenti di misurazione e di controllo, 1 ai macchinari e 1 ai beni di consumo. Si tratta nella maggior parte dei casi delle traiettorie tecnologiche maggiormente in crescita a livello europeo negli ultimi anni.

Un anno di crescita

Nel 2021 le imprese manifatturiere del territorio hanno recuperato i livelli di attività prepandemici e hanno registrato un rimbalzo della produzione prossimo al +14% rispetto al 2020, quando era crollata del -8%. Grazie alla capacità di intercettare prontamente la buona dinamica del commercio mondiale nel 2021 l’export ha raggiunto un nuovo record, con 10,6 miliardi di euro di vendite estere, in crescita del +17,9% rispetto al 2020 e del +10,2% rispetto al 2019. Nel 2022 il manifatturiero brianzolo ha visto un primo trimestre ancora in sostenuta progressione e un secondo in aumento seppur con una intensità inferiore rispetto ai periodi precedenti. I livelli produttivi sono così risultati maggiori di quelli pre pandemia del +13,1%. Nei primi sei mesi dell'anno le imprese monzesi hanno registrato anche un nuovo massimo di export pari a 6,4 miliardi di euro, con un incremento trainato soprattutto dai metalli (+23,5% l’export tendenziale nel secondo trimestre 2022), dalla chimica (+18,8%), dalla farmaceutica (+18,5%), dai mobili e altro manifatturiero (+13,6%). In flessione la meccanica (-5,2%) e l’automotive (-3,7%), unico comparto ancora in divario rispetto al 2019.

Quali prosepttive per il futuro?

Negli ultimi mesi la crisi energetica più tangibile e la fiducia degli operatori in calo hanno indebolito la crescita globale. Un’incertezza che alimenta i rischi al ribasso anche per l’attività economica di Monza in queste ultime settimane del 2022 e nell’avvio del 2023. Dopo un 2022 positivo e di ritorno sopra ai livelli antecedenti la pandemia, le previsioni per il 2023 sono in peggioramento. A Monza e Brianza il PIL è stimato calare del -0,4% il prossimo anno, come risultato di una contrazione del valore aggiunto sia dell’industria (-1,2%) sia dei servizi (-0,5%) sia dell’agricoltura (-9,2%) a fronte di un aumento delle costruzioni (+4,2%). Tra le le criticità che le imprese hanno riscontrato nei primi nove mesi della loro attività ci sono invece l’approvvigionamento e il costo dei materiali e della componentistica oltre ai prezzi dell’energia rappresentano per quasi il 90% delle imprese fattori di ‘medio-alto’ rischio. Circa l’80% degli intervistati indica anche il reperimento delle figure professionali ricercate.

Per il 2023 la quota di imprese di Monza e Brianza che prevede un incremento del fatturato scende al 47%, il 33% indica stabilità, suggerendo cautela e incertezza rispetto all’evoluzione del contesto locale e internazionale, il 20% invece prevede un fatturato in diminuzione. Per il 90% circa delle imprese, le materie prime e l’energia restano i rischi più significativi. Rispetto al 2022, però, si intensifica la percezione del rischio per i prezzi energetici che per il 77% delle imprese è 'alto' nel 2023 rispetto al 61% nel 2022. Si allentano, invece, i rischi dovuti alle strozzature degli input produttivi: nel 2023 rischio ‘alto’ per il 53% delle imprese, il 61% nel 2022. Cresce, inoltre, il timore per una domanda insufficiente, in coerenza con le stime di crescita globale ridimensionate. Per il 73% delle imprese è un rischio 'medio-alto', così come quello per i vincoli finanziari, indicato dal 56% delle aziende.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Monza è la seconda provincia lombarda dove si investe di più

MonzaToday è in caricamento