Andrea Monti (Lega): "Adidas non lasci in mezzo alla strada 21 famiglie brianzole"
Oggi in Regione si è tenuto un incontro sul caso Adidas
L'annuncio settimana scorsa: Adidas Italia avrebbe licenziato 31 dipendenti, di cui 21 nello stabilmento di Monza. La vicenda è finita anche sui banchi della politica con l'intervento del leghista Andrea Monti che questa mattina, martedì 14 dicembre, ha partecipato all'audizione tenutasi in Commissione attività produttive di Palazzo Pirelli con i vertici Adidas, le sigle sindacali, Confcommercio e la Provincia di Monza e Brianza.
"Paghiamo per scelte prese altrove - dichiara il vicecapogruppo del Carroccio al Pirellone -. Si tratta di una decisione difficilmente comprensibile se si considera che la provincia di Monza e Brianza è un traino commerciale per tutta la Lombardia, sia per quanto riguarda l’export che il prodotto interno lordo della nostra Regione. In audizione ho chiesto quali fossero i motivi per cui, per questa riorganizzazione, sia stato scelto il Portogallo a discapito di Monza e dell'Italia, ma non mi è stata data una risposta soddisfacente, adducendo delle motivazioni legate al trasporto; giustificazioni un po' deboli visto che la Lombardia vanta un invidiabile posizionamento geografico centrale tra la zona mediterranea e tutto il resto d'Europa”.
Monti è amareggiato dalla scelta di delocalizzare il lavoro ed è preoccupato per il futuro dei 21 lavoratori che si ritroveranno senza un'occupazione.
"Dispiace constatare che paghiamo scelte che vengono prese altrove e che i rappresentanti della proprietà non sanno nemmeno giustificare - prosegue -. Da parte nostra, continueremo a lavorare per rendere attrattiva la Lombardia, come dimostra il recente caso dell'azienda di bicilette Bianchi che ha deciso di riportare in Lombardia il sito produttivo. Auspicando che la proprietà di Adidas, come promesso oggi in Audizione al Pirellone, si attivi per una soddisfacente ricollocazione delle 21 posizioni, preannuncio che da parte mia vigilerò e farò tutto quanto è in mio potere, in tutte le sedi istituzionali, per evitare che i 21 dipendenti, vale a dire 21 famiglie, finiscano in mezzo ad una strada”.