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Economia e lavoro / Agrate Brianza

Il colosso mondiale della tecnologia licenzia 39 lavoratori in Brianza

I sindacati: "Le motivazioni indicate dall’azienda all’interno della procedura formale di licenziamento sono inconsistenti". Annunciati uno sciopero e un presidio davanti alla sede della provincia

Trentanove ricercatori, in gran parte ingegneri elettronici, rischiano di restare a casa e perdere il lavoro. La SK Hynix Italy srl ha infatti deciso di cessare ogni attività e licenziare tutti i 39 dipendenti del centro di ricerca e sviluppo nel settore delle memorie NAND di Agrate Brianza. La società coreana è il secondo colosso mondiale dei semiconduttori e dopo l'annuncio è iniziata la battaglia per la salvaguardia dei posti di lavoro e il coinvolgimento delle istituzioni che vede i lavoratori affiancati dalla Filcams Cgil Monza Brianza. La procedura di licenziamento collettivo era stata avviata lo scorso 31 marzo per tutti i 39 lavoratori impiegati presso il centro di ricerca e sviluppo delle memorie NAND di Agrate Brianza di cui è stata comunicata la messa in liquidazione e la chiusura. 

"Mercoledì scorso si è svolto il primo incontro di esame congiunto nell’ambito della procedura sindacale di licenziamento collettivo avviata da SK Hynix Italia che ha confermato la decisione di cessare ogni attività e licenziare tutti i 39 dipendenti, in prevalenza ingegneri elettronici che svolgono attività di ricerca e sviluppo nel settore delle memorie NAND" spiegano i sindacati. “Durante l’incontro abbiamo affermato che le motivazioni indicate dall’azienda all’interno della procedura formale di licenziamento sono inconsistenti, non risultano oggettive e coerenti con la situazione aziendale e a tal proposito abbiamo richiesto di fornire ulteriori elementi per chiarire la situazione”, spiega Matteo Moretti, segretario generale della Filcams Cgil Monza Brianza.

“In contraddizione con quanto dichiarato dall’azienda – aggiunge –, non risulta alcun divario tecnologico tra la casa madre coreana e l’unico centro di ricerca italiano ed europeo di SK Hynix di Agrate Brianza poiché le professionalità e le competenze disponibili dei lavoratori sarebbero pienamente funzionali a sviluppare nuovi prodotti NAND. Le attività di ricerca e sviluppo svolte in Brianza hanno sempre raggiunto gli obiettivi, anche nel 2022, e  sono state riconosciute dalla casa madre delle onorificenze ai ricercatori italiani per l’eccezionale contributo al successo della compagnia coreana”.

“Inoltre – puntualizza ancora Moretti –, contrariamente a quanto affermato non risultano necessari investimenti produttivi e gli adeguamenti dei macchinari di laboratorio e dei livelli di sicurezza aziendale, sempre effettuati in questi anni in linea con le previsioni delle normative del Governo coreano, ci risultano essere stati interrotti proprio in questi mesi, semmai in conseguenza della decisione di chiudere e non ne possono essere pertanto la causa”.

Sono stati citati divieti regolamentari della normativa coreana all’esportazione della tecnologia NAND, legati all’industrial technology protection act che prevede la necessità di autorizzazione del Governo coreano all’esportazione di tecnologia al di sopra di un certo livello. Nei fatti, però, l’ultimo trasferimento di tecnologia in Italia è successivo all’aggiornamento delle tecnologie sottoposte a obbligo di autorizzazione. “Abbiamo chiesto anche su questo aspetto chiarimenti che sono necessari per attribuire le responsabilità di questa grave scelta di disimpegno dalla Brianza e dalla Lombardia”, assicura il segretario generale della Filcams in Brianza. “Esprimiamo forte preoccupazione per le scelte di protezionismo, in un settore strategico come quello dei semiconduttori e delle memorie, che potrebbe preludere ad altre operazioni di questa natura con impatti su competenze e livelli occupazionali”, continua Moretti.

Lo sciopero e il presidio

"La Filcams è alla ricerca di una soluzione di tutela occupazionale che coinvolga, attraverso le istituzioni, le aziende del settore presenti nel territorio che mostreranno interesse alle professionalità e alle competenze dei 39 ingegneri" spiegano dal sindacato. “Abbiamo fissato un nuovo incontro con l’azienda per il 26 aprile per proseguire il confronto e attivato la richiesta di incontro agli assessorati competenti di Lavoro e Sviluppo economico del di Regione Lombardia per la salvaguardia delle competenze e la tutela occupazionale”, spiega Moretti.

Per la giornata di martedì 18 aprile a partire dalle ore 14 e fino al termine dell’orario di lavoro è stato indetto uno sciopero con un presidio davanti alla sede della provincia di Monza e Brianza in concomitanza con l’incontro con le istituzioni per  attivare un percorso di tutela dell’occupazione e di mantenimento nel territorio brianzolo delle competenze strategiche dei ricercatori coinvolti.

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