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Economia

Ristoranti chiusi, ogni giorno con i tavoli vuoti a Monza e Brianza costa 5 milioni di perdite

L'intero settore in provincia occupa 11.500 addetti. Le stime giornaliere relative alle perdite in Lombardia ammontano a più di 38 milioni di euro

Cinque milioni di euro di perdite ogni giorno. Questo il "conto" amaro dei tavoli vuoti nei ristoranti, nei bar e nei locali di Monza e Brianza chiusi per effetto delle misure di contenimento di contagio della pandemia da covid-19. A fare una stima delle perdite e a tracciare un quadro allarmante della crisi del settore è stato il movimento Ristoratori Uniti di cui Vincenzo Butticé, chef monzese e portavoce Fiepet Confesercenti Lombardia è cofondatore. Secondo le stime, assumendo come ipotesi tre mesi di inattività totale, i danni economici per i locali di Monza e i cinquantaquattro comuni della sua provincia ammonterebbero a oltre 620 milioni di euro.

Quanto "costano" i ristoranti chiusi

Sono 3.494 le aziende attive nel settore della ristorazione a Monza e Brianza, oltre 50mila in Lombardia. E ogni giorno di chiusura le attività perdono incassi che sommati raggiungono 5 milioni di euro. Mentre in Lombardia la stima giornaliera di perdita supera i 62 milioni. Il settore in Brianza dà lavoro a 11.500 addetti con un fatturato medio annuo, in aggregato, di quasi due miliardi di euro (1.886.760.000 euro), cifra che supera i ventiseimila se considerata a livello regionale. 

"Dopo queste perdite dissanguanti occorre ristrutturare il sistema" commenta Vincenzo Butticé. "Se tornassimo al sistema precedente con eccessiva pressione fiscale e tributaria le aziende che sono da considerarsi morte adesso sono poca cosa rispetto a quelle che potrebbero morire se non fossero più in grado di sostenere questo sistema obsoleto e storto". 

Il "funerale" della ristorazione e la manifestazione a Milano

Per far sentire la propria voce e spiegare le difficoltà e la crisi che le realtà attive nel settore della ristorazione e dell'intrattenimento stanno affrontando la settimana scorsa era stato organizzato un corteo di protesta che dalla Brianza era arrivato a Milano, sotto il Pirellone, bloccando il traffico lungo la Valassina. I ristoratori avevano messo in scena il "funerale" della categoria, portando con sè anche una bara simbolica sotto la sede di Regione Lombardia. Sono tanti infatti i locali che a causa del lockdown prolungato rischiano di chiudere definitivamente, tirando giù la serranda per sempre. 

"La situazione è arrivata ad un punto veramente cruciale: siamo in questa situazione da marzo, così non possiamo e non vogliamo andare avanti. Siamo esausti da questa situazione di “apri e chiudi” settimanale, di zona gialla, arancione e rossa. Le nostre attività hanno bisogno di pianificazione e programmazione, non possiamo permetterci di aprire in modo saltuario. Siamo stanchi di essere catalogati come untori" avevano spiegato i ristoratori brianzoli che dallo scorso 26 ottobre hanno dovuto interrompere le loro attività e vivere di asporto e delivery, con perdite pesanti. 

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