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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia Ceriano Laghetto

Giorno e notte fuori dai cancelli per difendere il lavoro poi le transenne al presidio

La denuncia dei sindacati per il caso Gianetti: "Stiamo assistendo all'abbandono dei lavoratori da parte di tutte quelle istituzioni che dovrebbero aiutarli"

Transenne al presidio e tende smantellate. Dopo mesi trascorsi notte e giorno fuori dai cancelli dell'azienda che lo scorso luglio ha annunciato la chiusura licenziando via mail 152 lavoratori, fuori dalla Gianetti, nella nottata scorsa sono comparse le transenne che rendono inaccessibile l'area dove era stato allestito il presidio di protesta.

"L'ennesima beffa nei confronti dei lavoratori e lavoratrici della Gianetti, che dal 3 luglio a seguito della comunicazione del licenziamento per chiusura dello stabilimento di Ceriano Laghetto hanno presidiato giorno e notte la fabbrica per provare a difendere il posto di lavoro" hanno commentato i sindacati. "La recinzione è comparsa dopo che nei giorni precedenti sono state smontate e portate via le strutture (tenda degli alpini, gazebo da utilizzare per cucinare e container che fungeva da magazzino) necessarie al mantenimento della presenza e permanenza dei lavoratori davanti ai cancelli per impedire lo smantellamento degli impianti".

“Quanto sta avvenendo sulla vertenza Gianetti è preoccupante per tutto il Paese – dichiarano Stefano Bucchioni e Pietro Occhiuto della FIOM CGIL Monza e Brianza – siamo di fronte ad una situazione che rende palese la debolezza delle Istituzioni nei confronti delle scelte di fondi e multinazionali che vengono in Italia, magari anche utilizzando soldi pubblici, per poi in una logica di mercato portare le produzioni ed il lavoro altrove senza preoccuparsi del disagio sociale che causano e senza che questo possa essere impedito”.

La vicenda

La procedura avviata dalla Gianetti prevedeva la chiusura del sito di Ceriano Laghetto ed il licenziamento di 152 lavoratrici/lavoratori da individuare attraverso l'applicazione dei criteri di legge nei due siti di proprietà del fondo finanziario Quantum. "Durante gli incontri - precisa una nota sindacale - è stato più volte proposto, che venisse adottata la cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione come strumento alternativo alla cessata attività, unico strumento possibile per la salvaguardia occupazionale". Nonostante i tavoli di confronto istituzionali e gli incontri nella mattina di sabato 18 settembre l'azienda ha staccato le prime lettere di licenziamento e allo stesso tempo avviato una procedura di trasferimento per alcuni lavoratori da Ceriano Laghetto verso Carpenedolo.

La doccia fredda della sentenza del Tribunale

La speranza dei lavoratori, che già avevano ricevuto la lettera di licenziamento, rimaneva appesa al pronunciamento del Tribunale di Monza sul ricorso presentato dalle organizzazioni sindacali sulla legittimità della procedura. Ma la sentenza non ha rispecchiato le aspettative.

"Rispettiamo ma non condividiamo le motivazioni della sentenza ed è per questo che abbiamo fatto ricorso sulla stessa – commenta Pietro Occhiuto, che poi prosegue – la sentenza non rende giustizia per i lavoratori e le lavoratrici messi sulla strada all'improvviso con una fredda comunicazione ricevuta via mail o telegramma ancor prima che venisse comunicata l'intenzione aziendale alle OO.SS. come invece è previsto dalla Legge 223/91 e dal CCNL dei metalmeccanici. Il tribunale ha interpretato, citando una serie di incontri, per svolta e la procedura di informazione preventiva ma dimostreremo che così non è andata”.

“Lavoratori abbandonati”

“Stiamo assistendo all'abbandono dei lavoratori da parte di tutte quelle istituzioni che dovrebbero aiutarli, Ministero, Regione, Provincia ed ora anche il Comune. E' una situazione preoccupante che manifesta l'impotenza, dovuta anche al peggioramento negli anni delle norme di tutela del lavoro, di poter contrastare nel nostro Paese le scelte scellerate delle multinazionali e delle imprese. Questi lavoratori non hanno nulla da recriminarsi e stanno facendo tutto ciò che possono per difendere il loro lavoro, il loro reddito ed il sostentamento delle loro famiglie. Lo stanno facendo con grande forza e con tanta dignità, lo stanno facendo per loro ma è chiaro che questa è una battaglia che parla in modo più ampio a tutti.

La Politica deve dare risposte a questi lavoratori e cittadini, non solo cercarli quando ci sono le elezioni o facendo passerelle. E' una vertenza che rende evidente la necessità di un intervento urgente da parte della politica che deve rimettere al centro della discussione il lavoro, i lavoratori. Serve una norma urgente che obblighi le imprese ad impegnarsi al mantenimento dell'occupazione sui territori quando de localizzano o chiudono” ha concluso Occhiuto.

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