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Economia

Lavoro e competitività, aziende e sindacati devono lavorare fianco a fianco.

Economisti, imprenditori ed esperti di diritto del lavoro concordano: al Paese serve un "salto di civiltà" che renda l'impresa un luogo in cui si producono valori e non conflitti, sul modello della Germania

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MonzaToday

Disoccupazione al 12% e uno scenario economico che non lascia intravedere margini di miglioramento: all'Italia serve uno slancio di competitività, ma quello che manca nel nostro Paese sono la coesione sociale e i rapporti corretti tra azienda, sindacati e politica. Su questo concordano gli economisti, gli imprenditori e i politici intervenuti al convegno "Idee per far ripartire il lavoro e le relazioni industriali" organizzato daInaz lunedì 17 giugno a Milano. «Tutti devono mettersi in gioco con coraggio e creatività -ha spiegato Linda Gilli, presidente e AD di Inaz, introducendo i lavori- perché il tema del lavoro non può essere solo materia per specialisti, ma deve essere parte di una cultura comune».

Inaz ha coinvolto l'economista Marco Vitale, che ha detto: «Bisogna fare un salto di civiltà. Abbiamo bisogno di un clima di convivenza civile se vogliamo recuperare competitività. Guardiamo alla Germania: là gli operai hanno, grazie ai loro sindacati, grande importanza all'interno dell'azienda, i nostri operai invece per far sentire la loro voce devono andare su una gru».
Le differenze fra Italia e Germania sono state dibattute nella tavola rotonda con imprenditori che guidano realtà a cavallo fra i due Paesi. Lodovico Bussolati (AD Same Deutz Fahr) ha assicurato che la sua azienda è italiana e tale resterà, ma ha spostato investimenti dall'Italia alla Baviera anche per le migliori relazioni sindacali che ci sono oltreconfine: «In Germania, quando parliamo con i sindacati, al centro c'è sempre la crescita dell'azienda. In Italia invece ci si scontra con interessi ideologici e tensioni sindacali nazionali che non hanno a che vedere con lo sviluppo aziendale e il miglioramento delle condizioni di lavoro». Altro problema è stato denunciato daClaudio Pinassi (Ceo Eredi Gnutti Metalli): «I nostri concorrenti non sono in Cina o India, ma in Canton Ticino o in Carinzia, dove di certo il costo del lavoro non è basso. In questi paesi la burocrazia è snella e c'è certezza sulla normativa. È facile capire perché, fra Italia e Austria, uno scelga la seconda per investire».
Sono intervenuti anche il giuslavorista Luca Failla (Founding Partner Lablaw), Rosella Milesi Saraval (presidente Ass. Amici di Edoardo), Umberto Bussolati Dell'Orto(Senior Partner Spencer Stuart) e Luca Meldolesi, economista ed ex presidente del Comitato per l'emersione del lavoro non regolare presso la Presidenza del Consiglio, per portare l'attenzione sugli effetti della Riforma Fornero e della Legge Biagi, oltre che sull'inserimento dei giovani nel mercato del lavoro.
Infine, l'ex ministro del Lavoro Tiziano Treu ha invitato a non investire il governo Letta di aspettative irrealistiche ma a impegnarsi per migliorare il sistema: «Nessuna nuova normativa del lavoro e nessuna flessibilità ci aiuteranno se non affrontiamo i nodi della produttività e della domanda. In un momento di crisi come questo occorrono coesione politica e sociale, e noi non le abbiamo. La Germania sì».

Inaz Srl è una delle più importanti realtà italiane nella produzione software ed erogazione servizi per l'amministrazione del personale e la gestione delle risorse umane. Con una rete di agenzie e punti assistenza in tutta Italia, Inaz offre le sue soluzioni a più di 10mila clienti fra aziende, studi professionali, consulenti del lavoro e associazioni di categoria. Inaz, con il suo Centro Studi, è anche punto di riferimento per imprese e professionisti in tema di aggiornamento, consulenza e formazione. La sede centrale è in Viale Monza 268 a Milano. www.inaz.it.

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