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Dalla scrivania al sogno dell'azienda agricola: ecco il primo luppolo made in Brianza

Ettore Formenti, 39 anni, brianzolo, ha aperto la prima azienda agricola che in Brianza si occupa di produzione di luppolo da birra. Una scommessa in piena pandemia

Due ettari di terreno e un bosco annesso di cinquemila metriquadri. E' questo il "regno" del luppolo della Brianza. A Barzago, nel lecchese, Ettore Formenti, 39 anni, di Albiate, ha fondato l'azienda agricola Luppolina, unica realtà che in Brianza produce luppolo da birra e una delle poche in Lombardia. 

Dopo una vita "alla scrivania", con un lavoro prima come impiegato tecnico in una azienda e poi come consulente tecnico nel settore agroforestale, nel 2020 ha scelto di realizzare il sogno di una vita: coltivare. Terra e valori, puntando su una agricoltura fondata sui principi della sostenibilità. 

La scommessa del luppolo in piena pandemia

"Abbiamo avviato l'attività proprio poco prima del lockdown dello scorso anno" racconta il 39enne brianzolo titolare dell'attività. "Stavamo costruendo gli impianti e siamo rimasti fermi a causa della chiusura di fornitori, uffici e consulenti. E tre mesi di fermo in agricoltura significano perdere una stagione: non è stato facile". Ma nonostante le difficoltà iniziali la produzione è stata avviata. "Abbiamo iniziato con un lavoro di recupero del terreno che era abbandonato e coltivato a mais per migliorarne la fertilità puntando su una agricoltura di tipo naturale e sostenibile" spiega Formenti. 

luppolina ettore formenti-2

"Sono un amante della birra e dell'agricoltura e ho sempre avuto il sogno di aprire una azienda agricola ma non potevo scommettere sulle stesse cose di cui il mercato è saturo come per esempio il vino. E così ho puntato sul luppolo, un prodotto in grado di dare la certezza di una sostenibilità economica sul mercato perchè richiesto e ambientale così che i conti possano girare" racconta il 39enne spiegando come è nata l'idea del luppolo della Brianza.

E la produzione della Luppolina vuole offrire una alternativa con un prodotto di qualità al luppolo importato dall'estero, rivolgendosi soprattutto al mercato dei birrifici artigianali. Si tratta di una coltura lenta, che entra in piena produttività a partire dal terzo anno. "Con questo raccolto puntiamo a fare delle prove con alcuni birrifici per testare il prodotto e adattarlo alle zone" spiega Formenti. In Brianza i tralci hanno un impianto che arriva a sei metri fuori terra con un totale di 468 piante e otto varietà. Tra queste alcune puntano a soddisfare la richiesta del mercato per la produzione di birre di stampo anglosassone. 

Il raccolto è previsto tra agosto e settembre e poi ci si dedicherà alle attività post raccolta e l'essicazione a 40°- 45° - le più impegnative specifica Formenti - per preservare la qualità e gli olii essenziali che sono quelli che poi danno le caratteristiche alle birre che avranno tutto il sapore della Brianza.

"Lombardia prima regione per consumo di birra"

A far visita all'azienda agricola Luppolina lunedì 21 giugno è stato il consigliere regionale Alessandro Corbetta (Lega). “La Lombardia – dichiara Corbetta – è la prima regione italiana per consumo di birra ed è in testa anche per il numero di birrifici artigianali”. “Ottima idea quindi quella realizzata da Ettore Formenti di Albiate (MB) e altri giovani imprenditori brianzoli che hanno deciso di convertire alcuni terreni di Barzago (LC)  alla coltivazione del luppolo, andando incontro a una domanda sempre maggiore di questo prodotto. Sono gli unici in Brianza e tra i pochissimi in Lombardia a coltivarlo”.

“Si tratta di una coltivazione innovativa e sostenibile – prosegue Corbetta – che potrebbe rappresentare un'importante opportunità lavorativa per tanti agricoltori e giovani. Ci sono tutte le carte in regola per creare la filiera del luppolo in Lombardia e creare una birra lombarda al 100%. Ci attiveremo insieme all'assessore regionale all'agricoltura Rolfi per andare in questa direzione”. Una vistia e un'attenzione che l'imprenditore brianzolo ha gradito così come il supporto ricevuto dal comune di Barzago che ha sostenuto fin dall'inizio il progetto e di Regione Lombardia. 

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