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La gabbia sospesa – La vera storia della battaglia di Desio

Il nuovo romanzo di Stefano Motta racconta l'evento del gennaio 1277, che cambiò le sorti della Lombardia

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MonzaToday

Borgo di Desio, dieci miglia da Milano, anno del Signore 1277. E nevica. Napo Torriani, signore di Milano, è asseragliato coi suoi uomini dentro le mura del borgo, mentre fuori premono le truppe dell'arcivescovo Ottone Visconti. La storia è fatta dagli uomini, più che dalle guerre, ma ci sono battaglie che ne hanno cambiato il volto. Quella che si consumò a Desio nella gelida notte tra il 20 e il 21 gennaio 1277 fu per Napo[leone] Della Torre e per la Lombardia ciò che Waterloo fu per Napoleone Bonaparte e per l’Europa intera. La storia non si fa con i se, ma se le cose fossero andate diversamente nella neve di Desio... Il romanzo racconta la storia di quella notte in cui Desio cadde a tradimento, e della sorte di Napo, punito come in un crudele contrappasso dantesco, rinchiuso alla torre del Baradello di Como insieme con il figlio Corrado. “Con all’attivo ventuno libri - dice l'autore - ho scelto questa volta una strada diversa, per una storia, un pubblico e una ricorrenza particolari: la pubblicazione su amazon mi permette di mantenere i costi contenuti e offrire gratis l’e-book, una specie di regalo di Natale anticipato per i miei concittadini, che potranno scaricare gratis la versione ebook il 13 dicembre.” Campeggia in copertina una splendida immagine del fotografo Fabio Andrich, che ha colto la facciata della basilica di Desio e della torre campanaria sotto la quale la tradizione vuole che si siano consumate le ultime sorti della battaglia. “La copertina di solito costituisce metà del fascino del libro: la foto di cui Fabio mi ha fatto dono vale ancora di più”, afferma Motta. L’apparato iconografico è di Fiammetta Brumana, che ha già disegnato le illustrazioni per altri fortunati libri di Motta. La scrittura di Motta è come sempre nervosa, veloce, cinematografica, per una storia che molti desiani forse conoscono ma che ora farà emozionare. Il romanzo è percorso dalla domanda – manzoniana – di fondo: chi sono i buoni? I buoni sono quelli che vincono? O quelli che soffrono? O quelli che rinunciano al desiderio di vendetta?

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