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Laboratorio di teatro su Beckett: allievi in scena al Binario 7

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MonzaToday

Il laboratorio è diviso in due parti. Una prima parte da ottobre a febbraio gestita da Alessandro Conte che porterà gli allievi in scena sul palco del Teatro Binario 7 in un giorno da stabilirsi nella settimana dal 15 al 19 febbraio.
La seconda parte sarà invece gestita da Vanessa Korn da fine a febbraio a giugno, anche lei porterà in scena gli allievi sul palco del Teatro Binario 7 (giorno da stabilirsi dal 20 giugno al 10 luglio).
Possibilità di fare una lezione di prova gratuita mercoledì 21 ottobre 2015.

Alessandro Conte:

Samuel Beckett - L’attesa tra gioco e finzione
Partiamo pure da questo assurdo: se Beckett avesse potuto leggere il titolo di questo laboratorio teatrale non sarebbe stato affatto contento. Non amava che la sua opera potesse venire etichettata in alcun modo. D’altra parte fu lui stesso a scrivere ad un regista “niente è più grottesco del tragico”
Mai come in Beckett, per essere vero nella più totale finzione, è assolutamente indispensabile che si possa partire dal principio per cui il gesto è pensiero e azione nel medesimo istante. Per riuscire ad immaginare e a far vedere una nuova realtà e per poter agire il suo gesto, l’attore deve compiere un viaggio visionario ed estraniante; solo così potrà esprimere liberamente il suo “alter ego”. 
Cercheremo in questo modo di far incontrare la forma del testo e il suo contenuto. E quel punto d'incontro non potrà che incarnarsi nell'azione di ogni singolo attore.
Indagheremo l’immobilità e il silenzio in un’apparente mancanza di logica, di spazio e di tempo e riempiremo quel vuoto creato dall’attesa che è forse per Beckett il senso più profondo dell’esistenza.
Il nostro compito sarà perciò anche quello di stravolgere i convenzionali mezzi espressivi della forma drammatica per poterla restituire attraverso una comunicazione che potremmo definire decisamente alla Buster Keaton.
Una sfida. Creare una nuova drammaturgia che possa comunque definirsi beckettiana utilizzando i linguaggi che il nostro autore amava particolarmente: quello teatrale, radiofonico, cinematografico e narrativo, ma senza mai dimenticare il gioco. Quello del teatro, ovviamente. Il play, il jouer.
Per arrivare infine persino alla denuncia della finzione stessa.

Vanessa Korn:

Samuel Beckett - Una prospettiva sull'uomo 
Durante questa seconda sessione di lavoro su Beckett partiremo dalla biografia e dalla poetica di Beckett, dalle influenze artistiche che ha lasciato che influenzassero il suo lavoro (come quelle di Giacometti e di Joyce) , del suo percorso come uomo e delle tracce che ritroviamo di questo percorso nelle sue opere per costruire uno spettacolo che racconti l'autore da vicino.
Attingeremo dai suoi testi, anche quelli di narrativa, i testi radiofonici, le lettere e altre testimonianze per mettere in scena parallelamente il mondo intimo dell'autore e stralci di testi diversi.
Faremo un viaggio alla scoperta di un uomo e della sua immensa potenza immaginativa.
Lavorare su Beckett ci consentirà di fare un lavoro attoriale molto incentrato sull'essenzialità, sull'esattezza e sulla pregnanza di significato di ogni gesto che scegliamo di fare in scena. 
Recitare Beckett implica la capacità di guardare l'abisso ad un passo da noi, e stare in equilibrio vicino al ciglio del burrone a ricordare quella filastrocca sentita da bambino... 

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