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Monologo di doratura – Infinito. La mostra di Pahsi Lin alla Villa Reale di Monza

Dall’8 al 23 giugno 2018, la mostra Monologo di doratura – infinito, dedicata a un altro grande rappresentante dell’arte taiwanese, il maestro PAHSI LI

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MonzaToday

Monologo di doratura – infinito La mostra di Pahsi Lin alla Villa Reale di Monza dall’8 al 23 giugno 2019 Preview Sabato 8 giugno ore 11.30

A un anno dalla retrospettiva HO KAN. Beyond Colors and Shapes, la Villa Reale di Monza ospita, dall’8 al 23 giugno 2018, la mostra Monologo di doratura – infinito, dedicata a un altro grande rappresentante dell’arte taiwanese, il maestro PAHSI LI. Organizzata sempre da Big Eyes International Vision con l’intento di far conoscere l'arte e la cultura di questo Paese al pubblico italiano, la rassegna si avvale dei prestigiosi patrocini della Regione Lombardia, del Comune di Monza e dell'Accademia di Belle Arti di Brera, ed è realizzata in collaborazione con Bai Yu Art Foundation di Taiwan, Casa Museo Alfredo Pizzo Greco e la Galleria Scoglio di Quarto di Milano. Circa 50 opere, dipinti e alcune sculture realizzate negli ultimi anni, saranno allestite nelle bellissime sale del primo Piano Nobile della Villa, secondo una percorso pensato appositamente da Stefano Soddu, scrittore e artista lui stesso. Pahsi Lin (Kaohsung Pingtung-Taiwan, 1960) è pittore e scultore di grande qualità la cui opera getta un ponte tra lo spirito orientale e occidentale. I suoi quadri presentano una conoscenza approfondita dell’astrattismo occidentale, appreso anche grazie ai lavori di maestri appartenenti a generazioni precedenti, come Ho Kan, e nello stesso tempo riconducono alla cultura di quel mondo a cui l’artista appartiene. La sua pittura astratta infatti è spesso arricchita da ricercate citazioni di manufatti tradizionali, come le preziose e famose porcellane, e da continui rimandi all’arte cinese antica e contemporanea. Pahsi Lin riprende l’arte dei ‘letterati’, caratterizzata da un’unione di pittura e calligrafia la cui peculiarità fu quella di trascurare volutamente la tecnica, per trasmettere le proprie emozioni sulla base delle pennellate. Nata in epoca Song (960-1179), questo tipo di pittura si affermò sotto l’imperatore Yuan (1271-1368) dando vita a una forma d'arte raffinata, sublimata dalle emozioni e dalla loro conoscenza, spesso caratterizzata dall’uso sapiente dell’inchiostro. Allo stesso modo degli antichi pittori, egli rappresenta la propria percezione della natura e dell'umanità e per farlo si serve di pennellate ritmate e di un uso audace del colore, creando una composizione solo in apparenza casuale. In esse traspare il conflitto, il contrasto tra idealismo e realismo, tra il profondo ed il superficiale, tra la volgarità e l’eleganza. E tutto ciò coesiste in maniera armoniosa e ordinata. Il suo modo di dipingere oggi, dimostra un uso attento della tecnica pittorica occidentale, ma anche una vicinanza con le opere di famosi artisti cinesi contemporanei, quali Zhang Daqian (1899-1983) e Zao Wou-ki (1921-2013), per il ruolo cruciale che il colore ebbe nella loro arte. Zhang Daqian (1899-1983), uno dei maggiori artisti cinesi del Ventesimo secolo, nel 1940, in seguito a una visita alle antiche Grotte di Mogao, rimase affascinato dalla pittura di epoca Tang raffigurata sulle pareti da meravigliosi affreschi buddisti. Quella della Dinastia Tang (618-907) fu un'epoca di libertà e di apertura di stampo buddista, in cui gli artisti venivano incoraggiati a dipingere con colori e dettagli esuberanti. La pittura di Zhang Daqian, e di Pahsi Lin, si ispira al loro particolare uso dei materiali naturali per realizzare colori più ricchi e sgargianti e nello stesso tempo sofisticati. Pahsi Lin è un artista dalla personalità sfrenata e appassionata. La sua pittura appartiene alla parte massimalista del mondo dell’arte contemporanea. Come Pablo Picasso, Henri Matisse, Walasse Ting e Hsiao Chin, dalle sue opere traspare il desiderio e la passione per la vita. Un ultimo, ma non meno importante, elemento che caratterizza le opere di Pahsi Lin è l’utilizzo sapiente e raffinato dell’oro, anch’esso testimone di un’arte antica che riaffiora e non è mai dimenticata. Questo pigmento metallico non è visto come simbolo di ricchezza o testimone di ciò che l’umano desidera, ma è solo ‘sé’. Benché il suo utilizzo possa sembrare decorativo e mondano, unito alla capacità penetrativa dell’artista, crea inaspettate ‘reazioni alla bellezza’ - come le definisce Lin stesso - rivelandone numerose e inaspettate varietà.

Monologo di doratura – infinito

Villa Reale di Monza ǀ Sale di rappresentanza Primo Piano Nobile Viale Brianza 1, Monza

Tel. +39 0392240024, www.villarealedimonza.it

8 giugno – 23 giugno 2019

Preview: Sabato 8 giugno ore 11.30

Mostra a cura di Stefano Soddu

Biglietto d’ingresso alle Sale di rappresentanza Intero: € 6 Ridotto: € 4

Orari Da martedì a domenica 10 – 19, lunedì chiuso. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura

Pahsi Lin è nato a Kaohsung nella Contea di Pingtung situata nella parte meridionale di Taiwan, nel 1960. Si è laureato al Central Academy of Arts and Design di Pechino. Molto famoso in China, Singapore e Taiwan è membro dell’Associazione Artisti Cinesi e della Society of Promotion in Cultural Exchange of Relations Across the Straits ed è Direttore artistico della Great Wall Society of China. Alcune sue opere sono esposte al National Art Museum of China di Pechino. In Italia ha esposto per la prima volta nel 2018 alla Galleria Scoglio di Quarto. Lin è anche un profondo conoscitore e collezionista  di calamai, stampe, sigilli di pietra e antiche carte. Stefano Soddu è critico d’arte e artista, dal 1956 vive Milano. Si è sempre occupato di arte visiva, avvicinandosi negli anni Sessanta allo sperimentalismo materico di Burri. Di tali anni sono le sue opere di plastica e rame. Nel 1995 fissa in un libro dal titolo "Risalendo la corrente" alcune sue esperienze ed intuizioni, elaborando un progetto in cui la scultura assume una parte preponderante.  É socio del Museo della Permanente di Milano.

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