rotate-mobile
Politica

Verso l'abolizione del reato di clandestinità: "Questi sono matti"

Di fronte alla possibilità dell'abolizione del reato di clandestinità attraverso un decreto, la Lega Nord in Lombardia e in Brianza annuncia battaglia

L'immigrazione clandestina non sarà più reato. Dopo sette anni basterà un decreto di quindici righe per cancellare l'articolo 10bis del testo unico sull'immigrazione del 1998, la famosa legge Bossi-Fini, emendato però sul punto dal decreto sicurezza del 2009.

Si tratta nello specifico di una "depenalizzazione". Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha fortemente voluto questa svolta: a sostenerlo ci sono la commissione Giustizia della Camera (contrari solo gli esponenti di Ncd), così come il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti e i procuratori di frontiera che quotidianamente devono far fronte ai trafficanti di esseri umani. Il reato di immigrazione clandestina negli anni è stato bocciato più volte dall'Unione europea perchè non punirebbe un comportamento, ma uno status. Ci sono alcuni ritardi tecnici, ma di dubbi non ce n'è.

Il decreto legislativo di Orlando sulla depenalizzazione è pronto, una dozzina di articoli tra cui il nostro articolo 4, "modifiche in materia di disciplina dell'immigrazione". Il giorno in cui verrà abolito il reato di immigrazione clandestina sarà il 15 gennaio, quando ci sarà il consiglio dei ministri. Alfano è contrario alla cancellazione del reato, ma poco potrà fare.

Cosa cambia in pratica? Via la multa dai 5 ai 10 mila euro, resta in vigore l’allontanamento dal Paese. I timori del Pd sono per il contraccolpo sull’opinione pubblica, perché simbolicamente la decisione è forte. Il reato, oggi come oggi, non prevede il carcere, ma solo un’ammenda dai 5 ai 10 mila euro, di fatto somme inesigibili che impegnano i tribunali con migliaia di procedimenti. 

Cosa prevedeva il reato? Nella legge Bossi-Fini il reato di clandestinità è per tutti coloro che entrano in Italia senza regolare permesso di soggiorno. Il permesso di soggiorno viene concesso solo a chi ha un contratto di lavoro e dura due anni per i contratti a tempo indeterminato, uno negli altri casi. Con la perdita del lavoro scade anche il permesso e quindi scatta il rientro in patria. Per le persone senza permesso di soggiorno ma con documento di identità scatta l’espulsione per via amministrativa, con la decisione del prefetto della Provincia dove vengono trovati: le forze pubbliche si adoperano per “l’accompagnamento alla frontiera” immediato. Chi invece entra in Italia senza documenti, viene condotto nei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) per sessanta giorni per le pratiche di identificazione: se non si risale all’identità, viene ordinata l’espulsione in tre giorni.

La polemica dopo l'annuncio dell'abolizione si è subito levata per mezzo dei social da cui, attraverso Facebook, Matteo Salvini, leader della Lega Nord ha commentato: "Il governo Renzalfano si prepara a cancellare definitivamente, per decreto, il reato di immigrazione clandestina, come votato in Parlamento con la complicità di Pd e 5stelle. Ma si accorgono di cosa sta succedendo nel mondo? Questi sono matti! La Lega farà le barricate, in Parlamento e poi nelle piazze con un referendum, contro questa vergogna". Da Twitter invece a Salvini ha fatto eco il presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni che ha cinguettato: "Renzi cancella per decreto il reato di immigrazione clandestina: prepariamoci all'invasione, #cosedamatti".

Non è d'accordo con il provvedimento del governo nemmeno il parlamentare brianzolo del Carroccio Paolo Grimoldi che ha fatto sapere: "Abrogare il reato di clandestinità significherebbe consegnare l'Italia ad un'invasione da parte di milioni di immigrati che ci porterebbe al tracollo economico e sociale, senza considerare i problemi sul piano della sicurezza. Ma i fatti di Parigi non hanno insegnato nulla? Ma la vergogna della notte di Colonia non ha insegnato nulla?". Se si depenalizza il reato di immigrazione clandestina, introdotto con la legge Bossi-Fini nel 1998, "sarà più facile individuare e colpire i trafficanti di esseri umani" ha invece affermato il procuratore nazionale anti-mafia e anti-terrorismo Franco Roberti intervistato da Repubblica.

Al decreto si sta ancora lavorando ma è evidente che c'è già chi annuncia battaglia. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Verso l'abolizione del reato di clandestinità: "Questi sono matti"

MonzaToday è in caricamento