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Un tetto per tutti, così il Comune "paga" l'affitto ai nuovi poveri

Nasce Agenzia per la casa: lo strumento che permetterà al Comune di garantire un affitto a chi è in difficoltà economiche ma non può chiedere una casa popolare

Da un lato, i tanti piccoli proprietari con i loro appartamenti vuoti e senza inquilini. Dall'altro, le tantissime famiglie con i loro problemi a pagare gli affitti, spesso fissati a prezzi fuori mercato. In mezzo, i cavilli burocratici che escludono quelle stesse famiglie dai bandi per l'edilizia popolare, costringendo il Comune a inventare strumenti nuovi per far fronte all'emergenza. 

E' da un mix di politiche passate "superficiali" e di necessità di assistenza presente che nasce l'Agenzia per la casa del Comune di Monza. Uno strumento che sarà operativo fra pochi giorni, quando tutti i dettagli saranno sistemati, e che darà un aiuto concreto a chi, per motivi economici, rischia di non avere più un tetto sopra la testa. 

"E' l'attuazione di uno degli impegni presi con la città", dice soddisfatta a MonzaToday Cherubina Bertola, vicesindaco e assessore alle politiche sociali. "L'ultimo anno lo abbiamo utilizzato per garantire la sostenibilità economica di questo servizio, che è assolutamente innovativo". E che risponde a un'esigenza ben precisa: "E' un servizio - spiega la Bertola - che dà corpo alla nostra attenzione al disagio abitativo che purtroppo è sempre più crescente". 

Ma è anche un servizio che, nei fatti, cerca di mettere una toppa ad anni di politiche abitative non troppo attente. "Ogni volta che apriamo un bando le domande sono moltissime e il Comune si rende conto che il fabbisogno di edilizia popolare aumenta senza sosta - ammette l'assessore -. Ma ci rendiamo anche conto che il nostro patrimonio di edilizia pubblica, che comprende alloggi comunali e alloggi Aler, è insufficiente". 

"Insufficiente", evidentemente, anche per colpe delle amministrazioni che si sono alternate negli anni. "Ci stiamo attrezzando per colmare questo fabbisogno, ristrutturando appartamenti - una cinquantina - al momento non assegnabili perché vanno messi a norma. E parte dei fondi della nuova Agenzia per la casa sarà destinata proprio a questa operazione. Vogliamo - auspica la Bertola - che non ci sia neanche più un appartamento popolare vuoto, anche per rispondere in maniera sempre meno insufficiente a un fabbisogno della popolazione". 

I compiti del neonato "ente", però, non finiscono qua. Anzi. "Ci sono famiglie che non appartengono alle fasce sociali cosiddette fragili e che quindi non hanno diritto ad un alloggio popolare, ma che a causa della crisi fanno fatica - spiega l'assessore -. Negli ultimi due anni abbiamo sostenuto queste famiglie - quasi cento - con soluzioni di emergenza, sistemandole in residence o alberghi". Ma è facile da immaginare che la soluzione non sia delle migliori, "sia per una questione economica - commenta la Bertola - che per le stesse esigenze di una famiglia". 

Da qui, l'idea: "L'Agenzia per la casa ci consente di raccogliere le esigenze di queste famiglie e di mettere queste stesse famiglie in contatto con i piccoli proprietari che hanno le case sfitte e che possono adeguare le loro richieste alle necessità delle persone. Si fa in modo - chiarisce la Bertola - che il Comune si ponga da tramite e garantisca per un periodo l'eventuale integrazione dell'affitto nel caso in cui la famiglia ne avesse bisogno". 

Il tutto con un obiettivo fisso: "Se riuscissimo ad abbattere il costo medio degli affitti di almeno un 20 o 30% saremmo contenti. In una fase di avvio non avremo grandi numeri perché bisognerà prima creare fiducia nel tessuto sociale, sia nei proprietari che negli inquilini. Ma aiutare una cinquantina di famiglie - ipotizza la Bertola - sarebbe di certo un ottimo avvio". 

"Crediamo - continua la vicesindaco - che in un momento come questo sia necessario provare a dare delle risposte e noi cerchiamo di farlo con questo strumento. Vorrei sottolineare che questi problemi per un amministrazione comunale sono relativamente nuovi - ci tiene a sottolineare la Bertola - e quindi di conseguenza sono relativamente nuove anche le risposte da dare. Il ruolo dei Comuni fino ad ora è stato dare una risposta in termini di edilizia popolare, e dobbiamo continuare a impegnarci. Ma adesso - conclude - bisogna inventare strumenti nuovi perché l'amministrazione deve necessariamente dare il proprio contributo". 

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