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Decreto sicurezza, il sindaco di Monza si schiera contro la disobbedienza: "Non si può violare la legge"

Dario Allevi si è schierato con il Ministro dell'Interno Matteo Salvini

Il primo cittadino di Monza Dario Allevi si è schierato contro i "sindaci ribelli" che hanno intenzione di disattendere il decreto sicurezza voluto dal ministro dell'Interno Matteo Salvini. 

"Trovo inammissibile — ha dichiarato Allevi — che alcuni Sindaci si permettano di invitare i colleghi a disattendere una Legge dello Stato che, in quanto tale, si applica e basta. Molti di questi primi cittadini guarda caso sono del Pd, di quel partito cioè al quale  negli ultimi anni di democratico è rimasto solo il nome. Sono ormai stucchevoli quando iniziano ad abbaiare alla luna ogni volta che qualcuno non la pensa come loro".

Sindaci contro Salvini: cosa sta succedendo 

A innescare la protesta collettiva, sfociata poi in un duro scontro con il ministro dell'Interno Matteo Salvini, è stata la decisione del sindaco di Palermo e presidente di AnciSicilia, Leoluca Orlando, di sospendere l'applicazione del decreto sicurezza nella parte che riguarda i migranti.

Orlando ha diramato agli uffici del capoluogo siciliano direttive per non applicare le disposizioni sui migranti del decreto sicurezza, messo a punto da Matteo Salvini. "Siamo di fronte a un problema non solo ideologico ma giuridico — ha sostenuto il primo cittadino di Palermo, manifestando qualche dubbio circa la costituzionalità del provvedimento —. Non si possono togliere diritti a cittadini che sono in regola con la legge, solo per spacciare per 'sicurezza' un intervento che puzza molto di 'razziale'".

Della stessa opinione anche il primo cittadino di Milano Beppe Sala: "Ministro Salvini, ci ascolti e riveda il decreto sicurezza, così non va", ha scritto su Facebook. Identiche critiche dal primo cittadino di Napoli Luigi de Magistris e dal sindaco di Firenze Dario Nardella, secondo cui il provvedimento varato dal governo giallo—verde "individua un problema ma non trova una soluzione". Contro il decreto anche l'ex grillino Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, che ha precisato: "Sicuramente il problema va affrontato perché il decreto provoca problemi alle città".

Favorevole al Decreto è invece il governatore della Lombardia Attilio Fontana, che ha dichiarato: "Sono dalla parte del Ministro Salvini su un provvedimento accettabile, comprensibile e anzi auspicabile". Il presidente aveva  inoltre definito Orlando "ai limiti dell'eversione".

Perché i sindaci bocciano il decreto sicurezza di Salvini

Qual è il punto della questione? Ieri il sindaco di Palermo ha sospeso gli effetti del decreto sicurezza firmato da Salvini con una nota al capo dell’Ufficio Anagrafe della sua città che punta il dito sull’articolo 13 delle legge 132 che stabilisce che il permesso di soggiorno rilasciato al richiedente asilo costituisce sì un documento di riconoscimento, ma non basterà più per iscriversi all’anagrafe e quindi per avere la residenza. In altre parole, secondo il decreto, i comuni non potranno più rilasciare a chi ha un permesso di soggiorno la carta d’identità e i servizi necessari, come ad esempio l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale (e quindi l’Asl) o ai centri per l’impiego, che verranno assicurati solo nel luogo di domicilio, visto che non c’è più la residenza, come un Centro di accoglienza straordinaria o un Centro permanente per il rimpatrio. Sospesa l’applicazione, gli aventi diritto potranno ancora chiedere in questi giorni la residenza a Palermo in attesa delle chiarificazioni che il primo cittadino attende dall’ufficio legislativo del suo Comune.

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