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Ecco perché a Monza i consigli comunali si svolgono ancora da remoto

L'opposizione critica la decisione di proseguire consigli e commissioni non in presenza. Il Comune spiega perché (per adesso) non si torna in aula

Monza: riprende l’attività consiliare ma ancora a distanza. E l’opposizione protesta. Dopo la pausa estiva ricominciano  commissioni e consigli comunali. Ma per adesso ancora da remoto. Una scelta che non tutti i consiglieri approvano.

“Ormai si può entrare ovunque - dichiara Paolo Piffer, capogruppo di CivicaMente -. Si può andare al cinema, al ristorante, in palestra, prendere l’autobus, prestissimo riprenderà la scuola ma non i consigli comunali in presenza, quelli no, troppo pericolosi. È molto comodo per chi ha vinto le elezioni non avere problemi di numero legale, e soprattutto non avere i cittadini in aula, privandoli così del sacro diritto di protestare guardando negli occhi chi è stato eletto”.

Piffer: "Non è paura del covid, ma della democrazia"

Per il conigliere ritornare in aula in sicurezza si può. “Green pass, tamponi, plexiglass, mascherine, utilizzo di spazi alternativi… -. Pare che a Monza nulla di tutto questo sia sufficiente, e mentre la città è ripartita ormai ovunque, la politica sembra paralizzata. Secondo me non è più il covid a fare paura, è la democrazia”. Anche la collega di Italia Viva, Francesca Pontani, critica la scelta di continuare a discutere e a votare le scelte cittadine dal salotto di casa.

Pontani: "Fuori i green pass e si entri in aula"

“Si va ovunque tranne in consiglio comunale - scrive sui social -. Tra pochi giorni tutti in classe, ma la sala consiliare è out. Trovo sia una cosa grottesca. Con i mezzi informatici a disposizione parte dei consiglieri potrebbero essere in sala giunta, o nello spazio dedicato al pubblico; siamo ancora qui da più di un anno e mezzo. Tirate fuori i green pass e si vada in aula”.  Anche la consigliera Maria Chiara Pozzi di MonzAttiva, critica questa scelta.

Pozzi: "Basta con la parentesi da remoto"

“Non siamo fuori dal pericolo, lo sappiamo, ma a questo punto, con i vaccini e i green pass è arrivata l'ora di fare un passo in avanti e tornare a riunirsi per discutere della città. Farlo dietro lo schermo di un computer è stata una parentesi necessaria nel momento di massima emergenza. Con le necessarie misure di sicurezza è possibile tornare a confrontarsi in aula”.

Mariani: "Troviamo spazi alternativi"

Ma c'è chi presenta anche possibili soluzioni. Come il consigliere Alberto Mariani (Grande Nord). "All'ultima riunione dei capigruppo del 30 agosto ho ricordato che ritornare nell'aula consiliare è un nostro dovere. Se non si può in Comune esisterà a Monza una struttura alternativa, per il periodo dell'emergenza covid. In fondo siamo la terza città della Lombardia".

Il Comune: "Non è una scelta, ma un obbligo"

Dal Comune arriva la spiegazione di questa scelta. “La Presidenza del Consiglio informa che, per rispettare le normative anti-contagio tuttora in vigore, l’ingresso alla sala consiliare continua ad essere consentito a un massimo di 30 persone contemporaneamente, così come sono contingentati gli ingressi negli altri spazi comunali disposti dal tecnico dell’Ente responsabile della sicurezza - spiegano da Palazzo -.  Alla luce di ciò la convocazione delle sedute a distanza non è frutto di una scelta, ma di un obbligo: questa modalità negli scorsi mesi non si è rivelata un ostacolo alla prosecuzione dei lavori, ma anzi ha consentito un’ampia partecipazione alle sedute consiliari con un’ottima produttività. Le prossime sedute sono convocate per il 6, 13, 16 e 20 settembre mentre l’Ufficio di Presidenza è pronto a riunirsi per valutare eventuali modifiche normative qualora intervenissero. Non appena vi sarà la possibilità concreta e le condizioni sanitarie lo consentiranno i Consigli Comunali torneranno a svolgersi in presenza”.


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