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Martedì, 16 Aprile 2024
Terremoto in Regione

Lombardia, Letizia Moratti si dimette da vice presidente e assessora al welfare

Tra i motivi, il rapporto di fiducia "venuto meno" con Fontana e le diverse idee sulla lotta alla pandemia covid

Letizia Moratti si è dimessa da vice presidente e assessora al welfare di Regione Lombardia. Lo ha comunicato lei stessa in una nota per la stampa, mercoledì mattina, aggiungendo di avere atteso l'esito delle elezioni politiche e la formazione del nuovo governo "per rispetto dei cittadini" e "con senso di responsabilità, in considerazione del delicato momento socio-economico del Paese".

Le dimissioni arrivano dopo mesi di rapporti complicati tra lei e il centrodestra e anche tra lei e il presidente Attilio Fontana in ordine a chi avrebbe dovuto candidarsi a presidente della Regione nel 2023. Fontana (forte anche del sostegno almeno ufficiale dei partiti di centrodestra) aveva affermato che si era incrinato il rapporto di fiducia con la sua vice presidente, e Moratti ora conferma che questa fiducia è venuta meno. 

Ma Moratti, comunicando le sue dimissioni, va oltre e parla di "forte segnale rispetto alle lentezze e alle difficoltà nell’azione di questa amministrazione, che a mio avviso non risponde più all’interesse dei cittadini lombardi". Un atto d'accusa alla giunta che potrebbe presagire la possibilità di candidarsi alla guida della Regione autonomamente.

Moratti parla esplicitamente di "provvedimenti contraddittori" sulla lotta alla pandemia covid. Da una parte l'obbligo di mascherine in ospedali e Rsa, seguendo la linea degli esperti della cabina di regia lombarda. Ma, dall'altra, l'anticipo del reintegro dei sanitari non vaccinati, il condono sulle multe e "la diversa sensibilità sull'importanza dei vaccini". "Tre esempi - scrive Moratti - emblematici di una diversa impostazione politica" in ambito sanitario e di lotta alla pandemia.

"Credo - continua l'ormai ex vice presidente della Lombardia - che se oggi il Paese è in sicurezza per quanto riguarda il covid, lo dobbiamo senza alcun dubbio all’adesione massiccia alla campagna vaccinale dei mesi scorsi, riuscita grazie allo straordinario senso di responsabilità civica dei cittadini lombardi, così come all’enorme impegno di medici, infermieri, militari, protezione civile e volontari, protagonisti di un processo che ha portato la Lombardia ad essere tra le prime aree al mondo per adesione e copertura. Un successo di cui essere fieri e che ora viene messo in discussione da provvedimenti che non condivido".

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