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Verso le elezioni

"Contro la microcriminalità serve prevenzione, non repressione": il progetto per la città di Piffer

Il candidato sindaco di Civicamente ha risposto alle nostre domande: sicurezza e microcriminalità giovanile, valorizzazione del Parco e della Villa, trasporti e metropolitana e igiene urbana. Ecco i progetti e le prospettive per Monza

Monza, come tutte le grandi città, soffre del problema della microcriminalità e dello spaccio. Protagonisti sempre più spesso giovanissimi organizzati in baby gang. Come rendere Monza una città più sicura?

Stiamo vedendo il risultato di anni di mancati investimenti per i giovani. Sono stati dimenticati ed ora ne paghiamo il prezzo. Il fenomeno è complesso e sono necessarie strategie articolate a medio e lungo termine, i selfie e i comunicati stampa dove ci dicono che a Monza va tutto bene non servono a nulla. Servono nuovi spazi di aggregazioni, centri culturali, strutture sportive, biblioteche aperte h24, in una parola serve prevenzione. Per cinque anni questa amministrazione ha creduto di poter arginare il fenomeno solo con la repressione, è stato un grave errore, come provare a mettere un tappo ad un vulcano che sta eruttando. Poi per la sicurezza serve reintrodurre i vigili di quartiere che conoscono bene il territorio e le sue criticità. Serve una migliore illuminazione pubblica, una città illuminata è una città più sicura. Serve un sistema di videosorveglianza che funzioni sia da deterrente che come strumento di indagine. Serve una formazione più specifica alla nostra polizia locale che sempre più spesso deve gestire situazioni delicate. Non c’è nulla di tutto questo.

Con la riorganizzazione della raccolta differenziata ad oggi è ancora lampante che sono necessari alcuni accorgimenti. Sono ancora tante le lamentele in merito agli orari di ritiro, alla prolungata esposizione dei rifiuti in strada e al sacco rosso troppo grande. Come intende risolvere il problema?

Con la nuova raccolta rifiuti hanno fatto un disastro. Monza è sommersa dall’immondizia a qualsiasi ora, in queste settimane di campagna elettorale è decisamente il tema più sentito dai cittadini. Il cambiamento non è stato preparato e comunicato in modo opportuno, e abbiamo pure pagato profumatamente dei tecnici “esperti” per ridurci così. Ora serve sedersi al tavolo con l’azienda e rivedere tutto: la dimensione del sacco rosso, la frequenza di raccolta, gli orari, possibilmente ascoltando i suggerimenti dei cittadini e non ignorandoli come è stato fatto fino ad ora. Anche sul lavaggio strade ci sarà da discutere.

La metropolitana a Monza finalmente arriverà: sia la M1 sia la M5. Come cambierà la città? Ma i cantieri porteranno grandi disagi ai residenti e ai commercianti. Memore di quanto accaduto durante il cantiere del tunnel di Viale Lombardia come intende salvaguardare cittadini e commercianti, questi ultimi che rischiano serie ripercussioni dopo aver già subito i danni della pandemia?

Noi siamo assolutamente a favore della metropolitana ma in questi giorni viene usata come una vera e propria “arma di distrazione di massa”. Da 50 anni ogni sindaco sotto elezioni fa credere ad un imminente arrivo della metro a Monza, in realtà siamo ancora molto indietro, ci vorranno molti anni ed io mi concentrerei di più sugli interventi più urgenti, la nostra città non approva un piano del traffico da più di 10 anni, vi sembra normale? La questione parcheggi è imbarazzante. Ciclabili spezzatino dove si rischia la vita ogni 300 metri. Pochissime corse dei bus e di domenica e la sera praticamente non ci sono. E il Pums? Non prendiamo in giro i cittadini.

Villa Reale e Parco di Monza: due gioielli che possono diventare attrattivi. Qual è il suo progetto di rilancio della Reggia e del Parco: aperti anche ai grandi eventi (sia concerti sia feste private), o solo attività “minori” ma per tutti.

La Villa Reale aperta solo pochi giorni a settimana è un pugno allo stomaco dei monzesi. Il Parco abbandonato a se stesso e gioielli come la Cascina del Sole e la Torretta lasciate lì ad ammuffire, così come la piscina, sono il sintomo che molte cose sono andate storte ben prima della pandemia.  Il consorzio e il comune hanno fallito clamorosamente, ci vogliono persone competenti a gestire beni così importanti, ma i partiti preferiscono nominare gli amici e poi far pagare i debiti ai cittadini, vedi anche l’esempio dell’autodromo. Si chiama marketing territoriale, è un lavoro che non si può improvvisare. E’ mancata una vera regia a Monza, l’ambito della cultura viene gestito in modo amatoriale solo per alimentare un proprio consenso. Direi che è arrivato il momento di cambiare.

Ambientalisti e animalisti sono due bacini di elettorato molto sensibili e importanti. Quali sono i suoi impegni a difesa dell’ambiente e degli animali a Monza?

Abbiamo un programma elettorale ricco di proposte che spingono verso una città più green (tutela del territorio, efficientemente energetico degli immobili, campi fotovoltaici sulle aree dismesse...) e forse ancora più attento alla tutela degli animali: più aree cani, più cestini con distributori gratuiti di sacchetti per le deiezioni, assistenza veterinaria agevolata, realizzazione del cimitero degli animali e molto altro, tutte proposte che negli anni ci sono state bocciate dalle amministrazioni di centrosinistra prima e centrodestra dopo.

Il primo obiettivo da realizzare entro i 100 giorni dalla sua elezione e il suo grande sogno per Monza che vorrebbe veder trasformato in progetto.

Bisogna subito mettere mano all’appalto rifiuti perché la situazione è inaccettabile, e contemporaneamente lavorare per arginare i problemi legati alla poca sicurezza in città. Però a differenza dell’attuale sindaco voglio essere sincero, non basteranno 100 giorni, servirà più tempo. Sempre nei primi 100 giorni si dovrà prendere in mano il Peba (Piano Eliminazione Barriere Architettoniche), l’ultimo approvato è del 1987, è scandaloso e irrispettoso nei confronti di chi vive la difficoltà di una disabilità in famiglia, e non solo. Il nostro sogno è riportare la competenza in politica, sradicare le logiche dei partiti che per decenni si sono spartiti poltrone senza alcun principio meritocratico, finalmente a gestire i diversi assessorati ci saranno persone scelte non in base alla tessera di partito o alle preferenze, ma al loro curriculum. Sarà una vera rivoluzione per la città.

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I 9 candidati sindaco a Monza

Sono 9 i candidati alla poltrona di primo cittadino a Monza: 8 uomini e una donna. Alcuni già navigati della politica: il sindaco uscente Dario Allevi che con la sua coalizione di centro destra (Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e Noi con Dario Allevi)  tenta così di sfatare la "maledizione" monzese che ad oggi non hai visto un candidato bissare la rielezione e Paolo Pilotto una lunga carriera in consiglio comunale e provinciale e che è sostenuto da un'ampia coalizione di centrosinistra (Pd, Azione Calenda, Italia Viva, MonzAttiva, Possibile, Lab Monza, Psi, Europa Verde). Ma in campo scenderanno anche Paolo Piffer (Civicamente) lunga esperienza in consiglio comunale nei banchi dell'opposizione; Alberto Mariani (Grande Nord) che dopo trent'anni di militanza nel Carroccio con il quale era entrato in consiglio comunale nel 2018 ha abbandonato. Nuovi invece all'aula e alla politica monzese Sandro Belli (Popolo della Famiglia e Ancora), Carlo Chierico (Lista civica Monza Unita); Daniela Brambilla (Italexit), Ambrogio Moccia (Movimento Moccia per Monza) con una parentesi politica in consiglio comunale una ventina di anni fa, e Michele Anastasia (3V). 

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