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La busta con il fazzoletto "infetto di covid" per la consigliera monzese e le minacce

A rendere noti gli episodi è stata la stessa vittima, la consigliera di Italia Viva Francesca Pontani che ha denunciato i fatti

Una serie di minacce e insulti, anche tramite telefonate. E poi l'ultimo episodio - che risale a un anno fa - quando una busta bianca, anonima, è stata recapitata a casa della consigliera di Italia Viva Francesca Pontani, a Monza. E all'interno c'era un foglio bianco e un fazzoletto "usato da una persona morta di covid". 

A rendere noto l'accaduto - e le denunce precedenti sporte - è stata la stessa consigliera, con un intervento lunedì 17 gennaio. “In merito all’attività politica svolta dalla scrivente, tengo a rappresentare che sono stata costretta a sporgere in più di un occasione denunce contro ignoti per “minacce” ricevute, anche tramite utenze telefoniche. A riguardo, l’ultima denuncia, prettamente collegata alla mia attività politica, risale alla data del 7 gennaio 2021 quando è stata recapitata presso la mia abitazione una busta contenente un foglio con una scritta di minaccia ed anche un fazzoletto, contenuto all’interno della stessa busta, che a dire del mittente era stato utilizzato da una persona “morta di covid”, così che la cosa potesse farmi del male e farmela pagare per le denunce fatte nella mia veste di rappresentante politico".

Sui fatti c'è una indagine in corso e - specifica la consigliera - "sono stai attivati i canali giudiziari relativi ad "accertamenti tecnici irripetibili" da parte del Comando Provinciale di Monza e Brianza - Nucleo Investigativo - Squadra Rilievi Tecnici, con successive operazioni presso la Sezione di biologia del Reparto summenzionato sito in località Parma".

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"I carabinieri un anno fa mi chiesero di non pubblicizzare la cosa con l’indagine in corso" ha spiegato Francesca Pontani, illustrando il motivo per cui ha deciso di rendere pubblico l'accaduto a distanza dai fatti. "Il 15 gennaio sono stati 4 anni esatti di impegno personale nel consiglio comunale prima nel Pd poi in Italia Viva. Quattro anni intensi, talvolta stancanti ma che mi hanno sempre visto in primo piano nel mio impegno e nel mio ruolo cittadino. Scrivo perché fare politica non è “ magna magna “ ma mettersi in gioco, mettere in gioco la propria famiglia, talvolta la propria incolumità. Senza nessuna pressione. Sono consapevole che quanto mi è accaduto accada a molti di noi che sono a diversi livelli impegnati politicamente ma è ora di dire basta : basta agli insulti sui social, agli insulti nei messaggi privati, alle minacce velate e non".

"Desidero fare poltica a testa alta. Io non mi vergogno del mio piccolo impegno. Ne vado fiera. E sarà così per sempre" ha concluso.

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