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Rognoni, da Radio Padania contro Lucio Dalla: era filomeridionale

Il conduttore monzese dell'emittente attacca il cantante scomparso da poco. Nel 2010 aveva difeso il deputato brianzolo Grimoldi dalle polemiche: "Anna Frank non era una santa"

Aveva definito il terremoto in Abruzzo "un segno profetico dell'imminente islamizzazione dell'Europa. Ha precisato che per lui "Anna Frank non è una santa", e che il popolo padano non vuole "vedere film dove gli omosessuali si slinguano tra di loro: la depravazione morale sta raggiungendo il suo limite estremo, arrivando a superare la cattiveria con la quale Hitler ha mandato sei milioni di ebrei a morire". Ha invitato a  cercare il Graal dalle parti di Malpensa. Per l'ultimo gesto aveva scelto addirittura una data simbolica: il 31 dicembre, quando si è recato a Lourdes per chiedere alla Madonna di riconoscere la Padania.

Andrea Rognoni, voce storica di Radio Padania, non si era però mai confrontato con la musica.  Sabato ha deciso di colmare il vuoto e di dire la sua anche sulla morte di Lucio Dalla. E ha fatto faville. A segnalarlo è il Corriere della Sera in un bell'articolo di Matteo Cruccu. Per l'alfiere lumbard, il noto cantautore scomparso la settimana scorsa sarebbe stato "simbolo di un'Italia che non vorremmo"; nei suoi brani cantava infatti  "le esigenze e le richieste" della gente del Sud. Ma c'è una spiegazione. "Il babbo era padano, la madre no".  La madre del cantante bolognese aveva infatti origini pugliesi e assieme a lei il giovane Dalla  trascorreva le vacanze estive a Manfredonia: da adulto, legatissimo alla Puglia, aprì persino uno studio di registrazione alle isole Tremiti. Non sapeva a quanto pare di incorrere nelle ire del caustico Rognoni. Che prosegue il ragionamento argomentando contro "l'eclettismo un po' fazioso e calcolato" che finisce per "accontentare tutti i gusti del pubblico. Specialmente quelli del centro sud".

Finita? Neanche per sogno. Rognoni  - segnala il giornalista di via Solferino - continua la dotta disamina arricchendo il commento con citazioni d'autore. Ad esempio, alla luce dei versi di  "4 marzo 1943" e "L'anno che verrà"  si intuisce che  per Dalla "trombare è più importante che lavorare" e che "Gesù bambino era un figlio di …".  Unica nota positiva, è il caso di dirlo: un paio di canzoni ambientate in Padania ("Milano" e "Piazza Grande").

Naturalmente Rognoni è libero di pensare quello che gli pare. Al pubblico  resta parimenti quello di decidere  se prendere sul serio i suoi commenti o sorridere. Prima di rispondere, giova forse contestualizzare le affermazioni su Anna Frank.   Rognoni le fece in diretta su Radio Padania  dopo che un deputato monzese, Paolo Grimoldi, nel 2010 presentò un'interrogazione parlamentare al ministro dell'Istruzione Gelmini. Nel testo, Grimoldi chiedeva  di intervenire nei confronti di una scuola di Usmate Velate in cui era stata letta la versione integrale del Diario della ragazza deportata. Come dire: siamo in due.

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