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Scanagatti, ora viene il difficile: al lavoro per la Giunta

Dopo la vittoria di due settimane fa, per il neo sindaco il problema è trovare la quadratura del cerchio in una coalizione di sei partiti. Ecco i nomi che girano

MONZA - La sfida ora è mettere d'accordo tutti. Dopo aver vinto le elezioni con una coalizione ampia bisogna trovare la quadra per formare  la compagine di governo. Se per i  consiglieri ci hanno pensato gli elettori a decidere, per la Giunta starà solo al neo-sindaco  trovare la via giusta.  La prima riunione dell'assemblea cittadina è prevista per il 9 di giugno: entro quella data, assicura Scanagatti, ci sarà  l'elenco con i nomi dell'esecutivo. Abbastanza scontato scontato, anche  se il primo cittadino ci tiene a precisare che non è obbligatorio aprire i lavori con la squadra pronta.  Voci di corridoio affermano  che la lista sia già quasi completa, ma Scanagatti smentisce decisamente  e ripete che il cantiere è aperto.  Di certo  - assicura - si sa che gli assessorati saranno 9, un taglio deciso rispetto al passato: la riduzione complica, non di poco, il quadro.

NOMI -  Tra i nomi che girano,  tanti quelli di Pd e Lista Città-Persone. I papabili comprendono Antonio Marrazzzo (Pd), forte delle mille preferenze raccolte, ai  Lavori Pubblici, una delega all'Urbanistica per l'avvocato Claudio Colombo e un possibile ritorno di Gabriella Rossi  (lista Città-Persone) ai Servizi Sociali. Si parla anche di un posto in giunta per la giovane Xenia Marinoni (Pd), molto vicina a Scanagatti durante la campagna elettorale; ma anche il quasi coetaneo Marco Lamperti (Pd) è andato bene alla conta dei voti,  e la partita tra i due non è affatto chiusa. In Giunta potrebbe esserci anche Egidio Longoni (Pd), in corsa anche per la presidenza dell'assemblea.  Scanagatti ha aperto le porte ad assessorati tecnici al di fuori del consiglio comunale. Tra i nomi più noti potenzialmente coinvolti, Rosario Montalbano, la già citata Gabriella Rossi e il segretario cittadino del Pd Marco Sala. L'ex sindaco Michele Faglia (Città-Persone), dato in corsa per una delega al Parco, potrebbe invece fare semplicemente il capogruppo in consiglio. Scanagatti non sarebbe intenzionato ad accettare la delega al Bilancio: ma la decisione finale, anche in questo caso, spetterà soltanto  a lui.

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