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Il comune che dice no allo stralcio delle cartelle esattoriali

Il vicesindaco: "Sono 2 milioni e mezzo di euro che mancano dalle casse comunali. Inoltre si tratta di un principio di equità"

Tempi duri per chi non è in regola con i pagamenti della tasse comunali. Niente sconti ai monzesi che non hanno ancora saldato i loro debiti con la mensa scolastica, con le multe, con le tasse comunali. Lunedì sera il consiglio comunale ha approvato la delibera di giunta che dice no alla rottamazione delle cartelle esattoriali. Niente condono per quei monzesi che sono indietro con i debiti (fino a 1.000 euro) per le tasse comunali, le multe e le rette delle mense non pagate tra il 2000 e il 2015. Dovranno saldare il loro ammanco, con interessi e more comprese anche se la legge per quanto riguarda interessi e more permette lo stralcio. 

Un provvedimento approvato con i voti della maggioranza di centrosinistra e molto criticato dall'opposizione. Nella presentazione della delibera di giunta il vicesindaco Egidio Longoni ha spiegato che il comune di Monza ha deciso di abbracciare questo provvedimento "per due motivi: per un principio di equità verso chi ha pagato, e comunque perché quei soldi rappresentano una cifra non indifferente per le casse comunali, oltre 2 milioni e mezzo di euro". Il vicesindaco durante il suo intervento ha presentato i numeri di quei debiti non saldati (tra interessi e more) che il comune tra il 2000 e il 2015 avrebbe dovuto incassare: 1 milione e 600 mila per le multe, oltre 770 mila euro per le casse comunali e circa 80 mila per la mensa. 

Il sindaco Paolo Pilotto ha difeso la scelta dell'amministrazione ricordando che "i debiti vanno onorati, anche se può capitare di dimenticarsi di pagare una multa. Un'amministrazione comunale ha il dovere di recuperare quanto è dei cittadini". 

L'opposizione è salita sulle barricate criticando aspramente il provvedimento adottato dalla giunta Pilotto e approvato in consiglio comunale. "Non è vero - dichiara il consigliere comunale Stefano Galli (Fratelli d'Italia) e presidente della commissione Bilancio e attività produttive -  che si mette a rischio il bilancio, dei 2,5 milioni di crediti così vecchi, applicando la loro svalutazione negli anni e poi l'effettiva possibilità di riscossione, si arriva a un ammanco realistico di 60mila euro per il bilancio: una cifra quindi sostenibile. Non è una questione contabile, ma una scelta politica nascosta: si tratta di crediti difficilmente recuperabili e si poteva dare un segnale di vicinanza ai cittadini in questi momenti difficili".

Fratelli d'Italia fa quadrato con Galli. Con una nota ufficiale il capogruppo Andrea Arbizzoni dichiara che "È una delibera che manca di coraggio. Una scelta solo ed esclusivamente politica. Hanno preferito accodarsi dietro le decisioni di Milano, Roma e Firenze, rinunciando di fatto alla possibilità data dal governo di centrodestra alle amministrazioni”.

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