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Stop all'ordinanza contro l'accattonaggio ma infiamma la polemica

Le accuse della Lega Nord dopo la decisione dell'amministrazione Scanagatti di non prorogare il provvedimento che prevedeva multe per chi fosse stato sorpreso a chiedere soldi in alcune zone della città sfruttando soprattutto bambini

Per qualcuno aveva portato più polemiche che risultati effettivi. Per altri era andata a colpire soprattutto la movida, tacciando come "ubriaconi" i giovani che nelle sere estive passeggiavano sorseggiando una birra nel centro di Monza piuttosto che i veri e proprio mendicanti, incuranti dei divieti. E ora, anche dopo la sua uscita di scena, l'ordinanza antiaccattonaggio, continua a far parlare di sè.

L'amministrazione Scanagatti non ha rinnovato anche per quest'estate il provvedimento adottato all'incirca un anno fa per scoraggiare il fenomeno dell'accattonaggio molesto nel centro cittadino. L'ordinanza, studiata di concerto con la polizia locale che aveva redatto un documento dove erano elencati tutta una serie di luoghi sensibili più colpiti dalla presenza di mendicanti, nei primi sei mesi dall'entrata in vigore aveva portato a circa duecento denunce. Soprattutto ubriachi, persone sotto l'effetto di stupefacenti e mendicanti insistenti (qui il testo completo).

"L'ordinanza è uno strumento che abbiamo scelto di applicare in situazioni precise da tempo segnalateci come critiche e non rappresenta crociate contro nessuno - assicura l'assessore alla Sicurezza, Confalonieri - È un deterrente che in questi mesi si è rivelato utile per scoraggiare comportamenti non sopportabili dai cittadini, che hanno diritto alla tutela della loro tranquillità. Lo strumento è sempre stato affiancato dall’offerta alle persone che lo richiedono di percorsi di uscita dal disagio, anche grazie alla disponibilità e al lavoro del personale dei servizi sociali del Comune e delle associazioni di volontariato che affiancano l’amministrazione" aveva dichiarato l'assessore alla Sicurezza Paolo Confalonieri all'indomani della proroga del provvedimento fino a fine marzo. 

La violazione dell'ordinanza era punita ai sensi dell'art. 650 del Codice Penale, che prevede, "se il fatto non costituisce un più grave reato, l'arresto fino a tre mesi o l'ammenda fino a duecentosei euro".

Nonostante la possibilità di rinnovarla, l'amministrazione ha scelto di interrompere la validità del provvedimento ma la mossa ha inevitabilmente portato con sè le polemiche dell'opposizione. La Lega, dopo la notizia della mancata proroga per l'estate 2015 del provvedimento, ha infatti replicato duramente.

Il segratario cittadino del Carroccio Federico Arena ha scelto i social per mostrare il suo dissenso e in un post su Facebook ha accompagnato un collage di foto che ritraggono mendicanti in zona Arengario, alcuni con bambini al collo, con la scritta: "Non rinnoviamo l'ordinanza anti accattonaggio perché la situazione è migliorata" (cit. Roberto Scanagatti, Sindaco di MARTE) Invece per noi terrestri... Stamattina, ore 12, pieno centro MONZA (zona Arengario)". 

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