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Ceriano Laghetto: il sindaco risponde all'ambasciatore ucraino

Continua la polemica sull'intitolazione di una piazza ai "Martiri di Odessa"

Fa ancora discutere l'intitolazione di una piazza di Ceriano Laghetto ai "Martiri di Odessa", città ucraina affacciata sul Mar Nero. La notizia non 'freschissima' visto che la decisione è stata assunta dal comune brianzolo nel novembre del 2014, con la delibera di giunta numero 137 di quell'anno. Ma era rimbalzata nelle cronache internazionali a fine gennaio perché se n'era occupata la tv della Federazione russa.

MonzaToday aveva dunque intervistato l'ambasciatore ucraino in Italia, Yevhen Perelygin, che aveva espresso le sue perplessità su due punti. Primo: l'uso dell'espressione "governo autoproclamatosi di Kiev", sia nel comunicato stampa di Ceriano Laghetto sia nel testo ufficiale della delibera, quando si tratta di un governo invece ufficialmente riconosciuto dalla Repubblica italiana così come da pressoché tutto il resto del mondo. Secondo, il fatto che - sia nel comunicato stampa sia nella delibera - si parli innanzitutto del massacro del 1941, quando a Odessa - occupata dalle forze naziste - morirono in tre giorni da 24 mila a 35 mila ebrei su base di pulizia etnica, ma si parli anche della tragedia del 2014, quando nella stessa città morirono decine di persone (tutte filo-russe, alcune armate) asserragliatesi nel palazzo dei sindacati.

E' poi arrivata la risposta del comune di Ceriano. In una nota, il sindaco Dante Cattaneo fa sapere che "un errore materiale presente nel testo dell'ultimo comunicato" è stato prontamente corretto. Si tratta dell'espressione "governo autoproclamatosi di Kiev", diventato "governo di Kiev", anche se (ovviamente) in delibera l'espressione rimane quella iniziale. E conta la delibera, non il comunicato. Per il resto, Cattaneo ribadisce "le considerazioni espresse e la scelta di dedicare una piazza di Ceriano ai martiri di Odessa, tutti, sia quelli del 1941 che quelli del 2014".

"Questo evidentemente non significa paragonarli", prosegue Cattaneo, "non fosse altro che (per) la sproporzione numerica tra i due tragici eventi. Significa però farne ugualmente memoria".

"Riteniamo che a Ceriano Laghetto non ci debbano essere ingerenze da parte di uno Stato straniero", conclude il sindaco Cattaneo, "e mi auguro che l'Italia difenda questo principio. Non vorrei che il solo ricordare questi morti, del 2014 e del 1941, dia fastidio a qualcuno". Se però la strage nazista del 1941 è chiaramente storicizzata, ha colpevoli noti e soprattutto un movente orribile (la pulizia etnica), su quella del 2014 è tutto ancora fosco. Soprattutto il ruolo del vice capo della polizia cittadina, responsabile diretto della sicurezza in città, subito fuggito, ora in Russia, latitante e ricercato dalla magistratura ucraina proprio per fare piena luce sull'episodio. Il che dimostra l'intenzione delle autorità di Kiev di arrivare alla verità sulla tragedia, come messo in luce dall'ambasciatore Perelygin. Un motivo in più, e non in meno, per evitare paragoni tra situazioni tanto diverse.

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